di Kevin Carboni
Uno sciopero di camionisti sta minacciando la catena di distribuzione dei microchip. Da quasi una settimana il sindacato dei camionisti della Corea del sud è entrato in sciopero in tutto il paese, rallentando pesantemente le consegne di materie prime per semiconduttori nei maggiori porti del paese e provocando così un dimezzamento della produzione industriale della compagnia automobilistica Hyundai. La ragione? L’aumento del prezzo dei carburanti, causato dall’invasione russa dell’Ucraina.
Secondo il governo della Corea del Sud più di 7mila camionisti sono in sciopero, su un totale di 420mila persone, ma il sindacato sostiene che il numero sia molto più alto rispetto alle stime e che anche i lavoratori non iscritti al sindacato partecipano alle proteste.
Lo sciopero, indetto per chiedere un’azione del governo al fine di contenere l’aumento dei costi del carburante, ha interrotto i rifornimenti di numerose sedi della Hyundai e per molte altre aziende, tra cui la multinazionale dell’acciaio Posco. Anche il traffico dei container nei porti ha subito una forte battuta d’arresto, facendo scendere di un terzo il traffico nel porto di Busan, che rappresenta l’80% delle attività di spedizione del paese, e bloccando tutte le attività del porto di Ulsan, da cui transita la gran parte di semiconduttori e delle materie prime necessarie alla loro fabbricazione.
La Corea del Sud è uno dei più importanti fornitori al mondo di microchip, componenti chiave per i prodotti elettronici. Con la pandemia, la catena di distribuzione dei microchip è stata interrotta e rallentata gravemente, a causa dei lockdown e delle restrizioni, e l’azione sindacale di questi giorni sta contribuendo ad aumentare nuovamente la fragilità di questo mercato.
Tuttavia, è difficile che lo sciopero possa durare ancora a lungo. Secondo Kim Gayeong-dong, un sindacalista ascoltato dalla Cnbc, il sindacato avrebbe esaurito i fondi per sostenere lo sciopero ed è probabile che le azioni di protesta si interrompano nei prossimi giorni. Nello stesso tempo però, alcune aziende stanno già progettando piani di emergenza, come ha dichiarato alla Cnbc un funzionario di un importante produttore di batterie sudcoreano, rimasto anonimo.
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www.wired.it
2022-06-10 14:48:18