di Matt Reynolds, Morgan Meaker
Il 20 marzo 2020, tre giorni prima del primo lockdown nel Regno Unito, Tim Spector si rese conto che il paese aveva disperatamente bisogno di un’applicazione monitorare Covid-19. Spector, professore di epidemiologia genetica al King’s College di Londra, si trovava in una posizione insolitamente favorevole per lanciare esattamente questo tipo di applicazione. Era uno dei cofondatori di Zoe, una startup che si occupa di alimentazione personalizzata e che aveva appena sviluppato un’applicazione per il monitoraggio della dieta, che consentiva agli utenti di segnalare quello che avevano mangiato nelle ultime due settimane e ricevere un punteggio personalizzato sulla loro salute alimentare.
Nonostante l’app per il monitoraggio della dieta fosse ancora in fase di beta testing, Spector pensò che chiedere alle persone di segnalare i sintomi relativi a Covid-19 non fosse troppo diverso dal chiedere loro di riportare i propri pasti. Utilizzando informazioni quotidiane sui sintomi, il team di Zoe avrebbe potuto contribuire a individuare nuovi focolai in un momento in cui la disponibilità dei test per Covid-19 era estremamente limitata. Dopo cinque giorni di sviluppo frenetico, fu lanciato il Covid Symptom Tracker. Nel giro di altri dieci giorni, l’app è stato scaricata da due milioni di persone. Nel corso della pandemia, circa 4,7 milioni di persone nel Regno Unito hanno installato l’applicazione per segnalare i risultati dei loro test ed eventuali sintomi.
“È stato un atto di fede“, racconta Spector. Al picco di utilizzo dell’app, 2,4 milioni di persone hanno monitorato i propri sintomi utilizzando Covid Symptom Tracker. Tra l’agosto del 2020 e il marzo del 2022, l’applicazione è stata finanziata con 5,1 milioni di sterline (circa 5,9 milioni di euro) dal dipartimento della Salute e dell’Assistenza Sociale del Regno Unito.
All’inizio di maggio 2022, tuttavia, Zoe ha annunciato in un’e-mail ai suoi utenti che l’sua app per il monitoraggio di Covid-19 non sarebbe più limitata a essere un servizio per segnalare i sintomi legati a Covid-19. Covid Symptom Tracker si stava trasformando nello Zoe Health Study, un servizio che chiede alle persone di ritagliarsi dieci secondi al giorno per registrare la loro salute mentale e fisica al di là di Covid-19. Agli utenti che accettano di partecipare allo studio viene chiesto di segnalare il proprio stato di salute generale – riportando sintomi di qualsiasi tipo, dalla perdita di capelli alle ulcere della bocca – e fornire aggiornamenti quotidiani. L’azienda afferma che questi dati saranno utilizzati per “contrastare i problemi di salute più importanti della nostra epoca“, ma che potrebbero essere sfruttati anche per sviluppare prodotti commerciali per la salute, la nutrizione e lo stile di vita (Zoe vende anche test nutrizionali e abbonamenti a una piattaforma di alimentazione personalizzata).
La svolta delle app per Covid-19
Zoe non è l’unico sviluppatore di app per Covid-19 che si sta allontanando dai servizi pensati per la pandemia. A Berlino, un’app per il contact tracing chiamata Luca si sta reinventando come sistema di pagamento. Ora che la fase più grave della pandemia sembra essere alle spalle, le aziende che hanno sviluppato le app per Covid-19 stanno cercando modi per sfruttare al massimo gli utenti che hanno scaricato le loro applicazioni.
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www.wired.it
2022-06-25 17:00:00