LECCE – Schiavitù moderna, uno schiaffo alla civiltà, una mortificazione della persona umana. Così Procura e parti civili hanno definito la morte del bracciante sudanese Mohamed Abdullah. Aveva 47 anni ed era arrivato in Italia lasciando moglie e figli nel suo paese d’origine. Come tanti suoi connazionali si era trasferito in una delle tendopoli allestite per la stagione estiva alle porte di Nardò e ogni giorno raccoglieva pomodori “per dieci/dodici ore al giorno per un compenso giornaliero di 50 euro sproporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-10-13 12:20:57 ,bari.repubblica.it