Gino Cecchettin non è un santo. È una persona colpita da una tragedia indicibile, la morte violenta della figlia Giulia. Per altro, a un anno dalla scomparsa della moglie, venuta a mancare dopo lunga malattia. Ogni giorno Gino Cecchettin deve fare i conti con questi due lutti gravissimi e ravvicinati, con il destino amaro, ingiusto e ingestibile che gli è toccato in sorte.
Qualunque modo trovi per farlo non è affar nostro, né di chiunque altro all’infuori della sua coscienza. Troviamo comunque surreale che, nell’epoca del politicamente corretto, ci sia così poco rispetto per quest’uomo. Le migliori come anche le peggiori menti di più di una generazione oggi si professano oltremodo rispettose di qualsivoglia alterità: cambiano i pronomi, le desinenze delle parole, rimuovono termini dalla nostra lingua per evitare il rischio di poter offendere. Illudendosi che ogni minoranza possa sentirsi così “riverita” e “inclusa”, alle volte oltre le soglie del ridicolo. Eppure, ne sussiste una a cui è possibile dire le cose peggiori passando impuniti: quella di un padre che ha appena perso la figlia morta ammazzata.
Gino Cecchettin va da Fazio: l’odio social continua
“Gino Cecchettin ha sbagliato ad andare ospite a Che Tempo Che Fa, mi puzza di propaganda politica”. Questo il fine sragionamento di moltissimi su Twitter (pardon, X!) che si mostrano orgogliosamente novelli Sherlock Holmes del lutto. In un’epoca in cui non si può parlare di
Author: Grazia Sambruna
Data : 2023-12-11 11:24:57
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