Le dimissioni del sottosegretario alla Cultura rivelano tensioni neanche troppo sotterranee con il ministro Sangiuliano e il silenzio mantenuto finora dalla premier Meloni rende facile al Pd e al M5S additarne la «reticenza»
Al netto della soddisfazione scontata delle opposizioni, le dimissioni di Vittorio Sgarbi da sottosegretario segnalano la prima crepa nel governo guidato da Giorgia Meloni. Crepa piccola, annunciata, eppure imbarazzante. Rivela tensioni neanche troppo sotterranee tra Sgarbi e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; con una coda di veleni della quale si scorgono al momento solo i primi indizi. Si intuisce soltanto uno scontro senza esclusione di colpi, proprio in una fase in cui il ministero sta rimodellando vertici e colore politico delle istituzioni culturali. L’accusa dell’ormai ex sottosegretario è di essere stato portato a dimettersi «con effetto immediato» dopo un’iniziativa dell’Antitrust. «Sono stato destinatario di «una molto complessa e confusa lettera che aveva accolto due lettere anonime inviate all’Antitrust dal ministro della Cultura», ha spiegato Sgarbi, preannunciando peraltro che scriverà alla premier Giorgia Meloni: l’unica che ringrazia.
Evocare due lettere anonime attribuendole a Sangiuliano rappresenta un ossimoro. Da quanto si capisce, la colpa attribuita al ministro sarebbe di averle ricevute a sua volta, e inoltrate invece di cestinarle. Politicamente, l’episodio rischia…
Author: Massimo Franco
Data : 2024-02-02 19:54:07
Dominio: www.corriere.it
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