Il giovane resta in carcere. Incastrato dalle telecamere di videosorveglianza: si è allontanato dalla zona del delitto, un boschetto in una zona isolata di Pieve del Grappa (Treviso), facendo autostop per poi andare al pronto soccorso a farsi medicare una ferita.
Il 17enne fermato per l’omicidio di Bledar Dedja avrebbe ammesso di essere stato lui a colpire il 39enne albanese sabato 20 gennaio nel boschetto in una zona isolata di Pieve del Grappa (Treviso). Lo ha fatto quando i carabinieri si sono presentati a casa sua per poi condurlo nel carcere minorile di Santa Bona. Oggi è stato ascoltato dal pubblico ministero del tribunale minorile per l’udienza di convalida.
Le indagini di carabinieri e Procura dei minori sembrano muoversi verso una rete sommersa legata alla prostituzione minorile. Soldi in cambio di sesso, secondo gli inquirenti. Così sarebbe stato anche per l’ultimo appuntamento che Bledar aveva concordato al telefono con il ragazzino che l’avrebbe poi ucciso a coltellate.
Un’ipotesi che si fa sempre più concreta anche alla luce del fatto che il luogo in cui si è consumato delitto era da tempo teatro di incontri a sfondo sessuale tra adulti e minorenni.
In mano agli inquirenti ci sono diversi elementi che hanno portato al 17enne. Innanzitutto le telecamera di videosorveglianza collocate sulla strada principale che porta al boschetto lo avrebbero ripreso allontanarsi a piedi dopo essere arrivato in auto in compagnia della vittima.
Il giovane avrebbe poi fatto l’autostop per farsi portare ad una vicina fermata del bus; quindi le ferite che si sarebbe procurato ad una mano, probabilmente con l’arma del delitto, forse un coltello da cucina. Il giovane è andato poi al pronto soccorso per farsela medicare.
Non è tutto. Gli inquirenti hanno sequestrato il suo telefonino. Proprio nel dispositivo e in particolare nelle chat scambiate con la vittima, gli investigatori potrebbero ottenere le risposte che cercano.
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di Biagio Chiariello
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2024-02-26 15:56:29 ,