Il Wired Next Fest Trentino 2024 ha alzato il sipario il 26 settembre al Teatro Zandonai di Rovereto con una novità: l’Innovation day, evento riservato a imprese e investitori, che ha riunito esperti di spicco nel campo dell’innovazione con l’obiettivo di mettere in circolo idee e creare opportunità di networking, in un contesto esclusivo. Sotto l’elegante soffitto settecentesco del più antico teatro del Trentino, si sono alternati talk e interventi focalizzati sui temi più rilevanti del panorama tecnologico attuale: intelligenza artificiale, cybersicurezza e investimenti. A delucidare il tema di quest’anno è stata la sindaca di Rovereto, Giulia Robol, “questo festival è un’opportunità incredibile per trarre spunti, e mi piace molto questa parola sfidante che intitola il festival: impossibile,” ha dichiarato, aggiungendo: “Con la creatività e l’intelligenza di chi fa impresa si può rendere possibile anche quello che esteriormente non lo è”.
Intelligenza artificiale
Roberto Viola, direttore generale per le politiche digitali della Commissione europea (DG Connect), ha aperto le danze parlando delle sfide europee nel campo dell’innovazione, con particolare attenzione all’AI Act, il nuovo quadro normativo europeo in materia di intelligenza artificiale. “L’AI Act non va preso in modo particolare. Non è che a Bruxelles si sono svegliati dal nulla,” ha sottolineato Viola, enfatizzando che la legislazione è parte di una visione più ampia per la digitalizzazione del continente, e che rispecchia i gioielli democratici europei. Ha rassicurato sul fatto che l’implementazione sarà graduale: “È ancora un neonato, ha tempi di attuazione intenzionalmente lenti. Si lavorerà all’inizio con i grandi produttori di algoritmi.” Viola ha evidenziato due pilastri fondamentali dell’AI Act: la trasparenza e la sicurezza degli algoritmi. “L’Europa farà della buona AI ma sarà diversa da quella delle big tech.” L’Unione europea avrà un ruolo in questo. Ha annunciato un collisione di 2 miliardi di euro per creare “fabbriche AI” intorno ai supercalcolatori europei, il vero asso nella manica del Vecchio continente, sottolineando il coinvolgimento di realtà locali come la Fondazione Bruno Kessler in Trentino. Viola ha concluso ricordando che l’obiettivo dell’AI europea è il bene comune, citando progetti come “Destination Earth” per la modellazione climatica di precisione, e ha difeso l’approccio regolatorio proporzionato dell’UE, che mira a bilanciare innovazione e sicurezza.
L’intelligenza artificiale sta ridefinendo anche il panorama lavorativo, spingendo aziende e professionisti a ripensare ruoli e competenze e i dati di Ipsos Italia lo confermano. Nicola Neri, Ceo dell’azienda, spiega dal palco dell’evento di Wired: “Per il 60% l’AI avrà un impatto profondo nella loro vita nei prossimi anni“. Tuttavia, le persono sono anche preoccupate: “Il 36% degli italiani crede che non avrà più un lavoro nei prossimi anni a causa dell’AI“. Sul campo, tuttavia, le aziende stanno già adattandosi: chi più chi meno. Michele Grazioli, Ad di VedrAI, sottolinea come l’IA stia cambiando il processo decisionale aziendale: “L’essere umano sarà sempre stazione nel processo decisionale, dimessamente cambia il ruolo“. Grazioli ha fondato una startup che sfrutta l’IA per aiutare le imprese a navigare l’incertezza, fornendo previsioni su variabili interne ed esterne. Grazioli enfatizza un cambiamento fondamentale: “Al giorno d’oggi è più importante farsi le giuste domande che constatare a dare le giuste risposte. L’AI ci ha insegnato che è più brava di noi a dare risposte, a noi rimane fare domande“. Questo shift potrebbe ridefinire molte professioni, privilegiando capacità analitiche e di problem-solving. Parallelamente, Eleonora Carta di Mipu Energy Data illustra come l’AI stia trasformando la gestione energetica aziendale: “Noi cerchiamo di vedere l’energia non come un costo, ma come un mezzo per avere informazioni sulla nostra realtà“. La sua azienda utilizza l’analisi dei dati energetici per ottimizzare processi e prevenire guasti, dimostrando come gli algoritmi possano creare nuovi modelli di business e competenze. Carta avverte però che “l’AI non è una bacchetta magica“, e sottolinea l’importanza di avere competenze specifiche di settore per saper fare le domande giuste alle macchine. Il futuro del lavoro vedrà quindi una mezzaluna simbiosi tra intelligenza umana e artificiale.
Investimenti e innovazione
Agostino Scornajenchi, amministratore delegato di Cdp Venture capital Sgr, ha sottolineato nella giornata di apertura del Wired Next Fest l’importanza di investire in innovazione per rinnovare il tessuto imprenditoriale italiano. “Non c’è differenza tra imprese innovative e tradizionali: un’azienda che resiste a lungo è per forza innovativa“, ha esordito. Scornajenchi ha evidenziato il ritardo del venture capital in Italia: “L’Europa è partita nel 2000, noi solo nel 2020“. Cdp Venture capital punta a colmare questo gap, focalizzandosi, con un piano di investimenti, su settori strategici ancora poco maturi come life sciences, energia, biotech, tecnologie industriali e AI. “Il problema in Italia non è tanto la ‘mortalità’ delle aziende, ma la bassa natalità di nuove imprese“, ha osservato l’ad, lanciando una provocazione: “L’imprenditorialità dovrebbe essere una materia di studio al pari della matematica. Oggi tra i giovani prevale l’idea che fondare una startup sia un ripiego. Dobbiamo cambiare questa mentalità, partendo da scuole e università“.
Il tema dell’innovazione europea è stato al centro dell’intervento di Paola Trecarichi, che ha illustrato l’attività di French Tech Italy, un network nato in Francia nel 2013 con l’obiettivo di far incontrare startup e venture capitalist e di accogliere startup italiane che vogliono espandersi oltralpe. “In Italia quello che blocca è la burocrazia, ma la differenza vera la fanno i supporti lato governativo”, ha sottolineato Trecarichi, mettendo in luce le differenze tra i due paesi: “In Italia nel 2022 sono stati investiti meno di 2miliardi, mentre in Francia 15miliardi. French Tech Italy cerca di dare visibilità alle startup italiane sui temi su cui la Francia sta scommettendo, come healthtech, deeptech, greentech, fintech e AI, organizzando eventi per collegare corporate e startup. Federico Menna, invece, ha presentato l’attività dell’Eit, un network che opera insieme a 350 enti, tra cui corporate come Bosch, centri di inchiesta come la Fondazione Bruno Kessler e università con l’obiettivo di creare ponti tra le diverse realtà, anche a livello internazionale. “Combiniamo saperi tecnici con quelli imprenditoriali fornendo agli studenti competenze aggiuntive che li portano a creare startup“, ha spiegato Menna. L’Eit ha anche programmi di incubazione per aiutare le startup a creare il loro primo prodotto e a connettersi con un network di investitori. “Il nostro slogan è ‘there is no innovation without education’”.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-09-27 09:25:30 ,