Alla tavola di Natale non manca mai. È il nonno di qualcuno, un grande vecchio che a ogni dicembre porta con sé il suo bagaglio di esperienze, cultura e memoria. È amato e benvoluto, perché in gioventù di idee rivoluzionarie ne ha avute parecchie. Ma col tempo che passa inesorabile, anziché vivere di rendita per quanto di buono ha fatto in passato, cavalca all’improvviso nuove battaglie, vuoi contro l’amministratore di condominio, il fornaio, il postino ritenuto responsabile di strani complotti. I nipoti, generosi, fanno finta di niente, tanto poi comincia la tombola.
Detto che ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale, la sensazione alla lontana è la stessa che si prova nelle andate e nei ritorni di Carlo Freccero in televisione.
Dopo un passato glorioso a Italia 1 prima e a Rai Due poi, dove fece brillare talenti e programmi di tutto rispetto, ha deciso che lasciare di sé come autore e direttore un ottimo ricordo non sia buona pratica. E per tentare di oscurare il suo talento, con cadenza ossessiva torna in scena come la marea. Prima con il ritorno alla direzione del secondo canale, che ha tenuto stretto giusto il tempo di far scoppiare qualche polemica gratuita. Uno speciale su Beppe Grillo annunciato con la fanfara e ridotto alla fine in un Bignami di repertorio, il fantomatico ritorno di Daniele Luttazzi sbandierato come notizia e altre quisquilie di superficie atte unicamente a fare titolo. E a parte la piccola eredità del Tg2 Post che si sarebbe serenamente potuto tenere nel cassetto, le sue briciole patriottiche, sovraniste e condite di anti euro si sono sgonfiate sul nascere.
Oggi, a distanza dei canonici tre anni, torna in tv con la stessa camicia bianca, il compulsivo utilizzo dell’espressione “in qualche modo” e le mani aperte da direttore d’orchestra, per cavalcare il popolo dei No Green Pass. E così via libera in nome della Costituzione ai dubbi sui camion di Bergamo, ai vaccini che sì insomma curano però mica tanto, al tifo per i portuali di Trieste, Telegram, la situazione terrificante, la dittatura, il nazismo, la Shoah, il controllo totale, molto complottismo, il ministero delle finanze che ci segue da vicino, ci scheda e poi chissà.
Frasi forti, fortissime, indignazione negli studi che lo invitano per portare a dimora un bel punticino di Auditel, tweet solidali che lo eleggono novello eroe, un po’ di vociare diffuso e una breve per ogni suo intervento. Ma ormai il meccanismo è noto, e bisogna solo aver pazienza, attendere che si acquieti di nuovo e ricominci a chiedere se è uscito l’ambo.
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di Beatrice Dondi
espresso.repubblica.it
2021-11-08 11:50:00 ,