A Pompei torna alla luce la dimora della middle class – Campania

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Il direttore Zuchtriegel, “Una storia poco raccontata”


(ANSA) – ROMA, 06 AGO – Un armadio rimasto chiuso per duemila
anni con tutto il suo corredo di stoviglie. E poi un letto, un
tavolino, un baule svuotato e lasciato aperto nella fretta degli
ultimi istanti. E’ una dimora del ceto medio, 5 piccole stanze più
bagno e cucina affacciate però su uno splendido giardino dipinto
l’ultima sorpresa di Pompei che l’ANSA visita in anteprima.
   
Pareti nude e mobili modesti insieme a oggetti più preziosi e
raffinati, un insieme che racconta le condizioni di vita di una
maggioranza silenziosa della gente nella colonia romana e
nello stesso tempo offre una fotografia ancora una volta ad alto
tasso di emozione delle ultime ore di vita della città sepolta
dall’eruzione nel 79 d.C. Siamo nella Regio V in quel cuneo di
terreno dove sono stati i fatti gli scavi del Grande Progetto.
   
Lo splendido larario dipinto della dimora era stato ritrovato nel
2018. “Nell’impero romano c’era un’ampia fetta della gente
che lottava per il proprio status sociale e per cui il pane
quotidiano era tutt’altro che scontato – spiega il direttore del
Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel – Un ceto vulnerabile
durante crisi politiche e carestie, ma anche con l’ambizione di
salire la scala sociale. Una realtà diffusa ma anche poco
documentata e raccontata”, dice il direttore Zuchtriegel,
secondo cui è possibile che gli abitanti di questa dimora abbiano
avuto i soldi per far dipingere il giardino con il larario ma
non abbastanza per decorare le stanze interne .”Pompei davvero
non finisce di stupire”, commenta il ministro della cultura
Franceschini, che parla di “una bellissima storia di riscatto,
la dimostrazione che quando in Italia si lavora in squadra, si
investe sui giovani, sulla ricerca e sull’innovazione si
raggiungono risultati straordinari”. Ma è anche l’ennesima
sorpresa, fa notare il dg musei Osanna che dimostra l’importanza
di “continuare a scavare” (ANSA).
   

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