I radicali contro la destra
La fiamma tricolore del Msi campeggia oggi nel simbolo di Fratelli d’Italia, che ha vinto queste elezioni politiche con il 26% dei voti. Mentre il partito erede dei radicali è Più Europa, fermatosi al 2,9%, di cui Spadaccia stesso è stato il primo presidente.
«Siamo stati, con Marco (Pannella, ndr) e tanti altri, tra gli artefici di quella promozione e conquista dei diritti civili in Italia. Dal divorzio, all’obiezione di coscienza, dalla riforma del diritto di famiglia alla depenalizzazione del reato di consumo di stupefacenti, fino al suo arresto come segretario del Partito Radicale, insieme a quelli di Adele Faccio e mio, che spianò la strada alla depenalizzazione del reato di aborto e alla legge 194». Questo il ricordo di Emma Bonino, leader di Più Europa che però resterà fuori dal Parlamento.
Intanto, a 44 anni di distanza da quella legge, la discussione politica era ripartita. «Ho ripetuto in tutte le lingue che non abbiamo intenzione di modificare la legge 194, ma che vogliamo applicarla tutta, a partire dalla parte sulla prevenzione, istituendo tra le altre cose anche un fondo per aiutare le donne sole e in difficoltà economica a portare a termine la gravidanza, se vogliono farlo», sono state le parole della presidente di Fratelli d’Italia. «Questo significa battersi per l’autodeterminazione delle donne. A questo vogliamo affiancare un piano di sostegno alla maternità e alla famiglia. Nessun diritto negato, anzi opportunità in più per provare a salvare una vita. Non togliere diritti, ma aggiungerne».
Meloni ha assicurato che non cambierà la legge 194? «Capisco benissimo, è più facile semplicemente non applicarla – aveva quindi osservato Bonino – . Si lascia lì, non si tocca la legge, ma aumentano gli obiettori di coscienza: in regioni come Marche e Abruzzo non c’è più un ginecologo non obiettore. La signora Meloni ha scelto la strada non dello scontro diretto ma della semplice non applicazione della legge».
Un dibattito internazionale
Il tema è caldo (anche di più) negli Stati Uniti. Dove la Corte Suprema ha revocato la sentenza Roe vs Wade del 1973 che aveva legalizzato l’aborto, lasciando gli Stati liberi di vietare l’interruzione di gravidanza. Dove la abitazione Bianca ha condannato come «catastrofica» la decisione di un giudice in Arizona di ripristinare un divieto all’aborto del 1864, che vieta l’interruzione di gravidanza dopo la 15esima settimana, anche in caso di stupro o incesto, e prevede il carcere fino a cinque anni per chi aiuta una donna ad abortire. E dove il presidente Joe Biden ha attaccato la legge per vietare l’aborto a livello nazionale che Lindsey O. Graham e altri repubblicani promettono di far approvare, se prenderanno il controllo del Congresso alle prossime elezioni di midterm.