I prezzi dei biglietti aerei hanno preso il volo. Come si legge sul sito del ministero delle Imprese e del Made in Italy, le tratte da Roma e Milano verso Venezia, Cagliari, Palermo e Catania sono finite sotto la lente del Garante per la sorveglianza dei prezzi Benedetto Mineo dopo che i dati Istat hanno indicato un costo medio dei tagliandi in aumento a maggio del 40% su base annua.
Per tale motivo, Mister Prezzi ha voluto incontrare lo scorso 4 luglio le sette principali compagnie aeree che operano in Italia per chiedere “spiegazioni precise sulle dinamiche dei prezzi e in particolare su determinate tratte che hanno visto una variazione anomala“. Le realtà coinvolte, Ita Airways, Ryanair, Malta Air, Aeroitalia, Easyjet, Neos e Wizz Air, avranno ora a disposizione dieci giorni per dare i chiarimenti richiesti. Per “confrontare – si legge nella nota del Mimit – i dati forniti dalle imprese con quelli già disponibili” è prevista infatti una riunione della commissione per il monitoraggio dei prezzi il prossimo 20 luglio.
Alla ricerca delle cause di questi aumenti dei prezzi, l’azienda leader mondiale nell’assicurazione del credito commerciale Allianz Trade punta il dito contro la scarsa disponibilità di aeromobili di nuova costruzione. Una maggiore richiesta e una diminuzione del costo del carburante non basterebbero a mantenere i prezzi bassi perché “la capacità limitata dei posti per viaggiare – si legge in una nota della compagnia – frena il potenziale di guadagno delle compagnie aeree”.
“Attualmente – spiega la consulente di settore di Allianz Trade Maria Latorre – c’è un ritardo di sei mesi nelle consegne, per il quale i produttori di aerei incolpano i fornitori. Per le compagnie aeree ciò implica da un lato una mancata modernizzazione della propria flotta e dell’altro il mancato incremento dell’offerta di nuovi posti a sedere; ciò si traduce anche in un costante aumento delle tariffe”.
“I rialzi tendenziali di maggio – afferma il presidente dell’Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona – sono stati anomali, e non solo per alcune rotte. In media il trasporto passeggeri è rincarato del 37,9% su maggio 2022, mentre i voli nazionali sono decollati addirittura del 43,9%, più di quelli intercontinentali, fermi a +36,8%, a dimostrazione che la scusa del caro carburante non regge e si tratta di speculazioni. Il problema è che storicamente i maggiori rialzi si registrano da giugno ad agosto. Per non parlare del fatto che i biglietti per i voli legati alle vacanze sono in parte già venduti. Insomma, la riunione del 20 luglio è a dir poco tardiva persino per la moral suasion. Unica speranza è che l’Antitrust intervenga almeno laddove vi sono abusi di posizione dominante“.
Leggi tutto su www.wired.it
di Alessandro Patella www.wired.it 2023-07-05 15:25:01 ,