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Il cambiamento climatico impatta
negativamente sul settore agricolo italiano, riducendo il valore
aggiunto del -2,5% nel 2023. È quanto emerge dal rapporto
dell’Istituto Tagliacarne che verrà presentato ad AgriFood
Future 2024, la manifestazione organizzata da Unioncamere e
dalla Camera di Commercio di Salerno, che mira a consolidare il
suo ruolo di riferimento nazionale per il settore
agroalimentare, con uno sguardo teso al prossimo G7 Agricoltura.
L’evento, giunto alla sua seconda edizione, prende il via
oggi a Salerno e proseguirà fino a martedì con un ricco
programma di interventi, workshop e momenti di confronto su temi
cruciali per il futuro dell’agroindustria.
Dal rapporto annuale sull’agroalimentare italiano emergono
alcuni dati allarmanti: la produzione di vino è crollata del
-17,4% e quella di frutta del -11,2%, mentre il comparto
florovivaistico e quello dell’olio d’oliva hanno registrato cali
rispettivamente del -3,9% e del -3%;. Tuttavia, alcune colture,
come quelle industriali (+10,2%) e i cereali (+6,6%), hanno
registrato un’annata favorevole.
Il rapporto, realizzato in collaborazione con Unioncamere,
evidenzia come l’Agrifood continui a essere una colonna portante
dell’economia italiana: l’intera filiera rappresenta il 27% del
fatturato delle imprese nazionali, con una quota che sale al 29%
nel Mezzogiorno, nonostante l’apparente contenimento del peso
economico del settore (il 4,2% del valore aggiunto totale, con
il 2,2% per l’agricoltura e il 2,0% per l’alimentare).
“Consapevoli che il cambiamento climatico rappresenta una
minaccia sempre maggiore, oltre l’80% delle imprese agricole sul
territorio nazionale e il 90% nel Mezzogiorno ha investito in
tecnologie per ridurre o annullare l’impatto ambientale”, ha
spiegato il presidente di Unioncamere Andrea Prete. “Il 54,5%
delle aziende del comparto ha implementato impianti per la
produzione di energia rinnovabile, con una quota che sale al
64,4% nel Sud. È ormai urgente che le imprese, soprattutto nel
Mezzogiorno, si attrezzino per assalire i cambiamenti
climatici con il supporto della tecnologia. E’ quello che
cercheremo di fare ad Agrifood Future, fornire strumenti
concreti alle imprese volti a favorire il cambiamento”, conclude
Prete.
Negli ultimi 40 anni, si è registrata una significativa
riduzione del numero di imprese agricole (-66%), fenomeno che ha
visto un’accelerazione negli ultimi due decenni a causa della
difficoltà nel mantenere la sostenibilità economica delle
piccole aziende. Tuttavia, si è assistito a un aumento del 15,1%
delle società di capitali nel settore agricolo, un segno di
modificazione e professionalizzazione del settore. Il 64,5% ha
investito nel miglioramento delle competenze
tecnico-professionali del proprio personale, mentre il 44,9% ha
puntato su nuove competenze, confermando l’importanza della
formazione per assalire le sfide del futuro.
Nell’indagine si prevede una crescita del fatturato per il
settore agroalimentare del Mezzogiorno nel 2024-2025. Circa il
40% delle imprese si aspetta un aumento entro il 2025, con una
maggiore attenzione a digitalizzazione, tecnologie avanzate e
responsabilità ambientale.
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