Allarme per il grande fiume: il Paranà mai così basso da 70 anni

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La grande siccità adesso colpisce anche l’Argentina. Temperature torride si estendono dal “Frutteto del Brasile”, a cavallo tra gli stati di San Paolo a Mato Grosso, fino al rio Paraná, il secondo fiume per grandezza e importanza dell’intero Sud America. È una crisi epocale, dettata dal cambiamento climatico. Per la prima volta in 70 anni questo corso d’acqua che nasce in Brasile, attraversa il Paraguay e percorre per 70 chilometri l’Argentina, toccando la città di Rosario prima di sfociare nell’Atlantico, è sotto i livelli di guardia. Il fiume che ha fatto da cornice a Mission, il celebre film interpretato da Robert de Niro, non è più praticabile dai 2.500 grandi mercantili e porta container che trasportano ogni anno soia, mais, olio e combustibili e li distribuiscono in tutto il mondo. Un’autostrada acquatica vitale per l’economia del grande paese latinoamericano. Solo il 10 per cento di questa imponente flottiglia è in grado di percorrerlo. E limitatamente ad alcuni tratti. 

Il presidente Alberto Fernández è allarmato e corre ai ripari. Proclama 180 giorni di emergenza nazionale. I dati dell’Istituto Nazionale dell’Acqua indicano che nell’invaso del Paraná scorrono meno di 6mila metri cubi al secondo. All’altezza di Rosario, il fiume è sceso tre metri sotto il livello abituale dell’inverno, stagione in corso in Argentina. Lo scorso 25 luglio registrava -0,17 metri, rispetto ai 3,2 che mostra di solito. È il limite più basso raggiunto in 77 anni. “Questo non significa che è a secco”, precisa al País Alfredo Sece, segretario tecnico della Commissione di trasporto della Borsa di Commercio di Rosario (BCR). “Il Paraná è un fiume largo e profondo”. Ma le sponde asciutte che si allargano verso il centro riducono la sua capacità di navigazione e rallentano tutta la macchina di trasporto ed esportazione.

Lungo il suo letto sorgono molte dune che sono passaggi critici. Dai 10,3 metri di profondità le acque salgono a 9,7 e questo impedisce alle navi di scendere di nuovo verso l’Atlantico a pieno carico. Aumentano di riflesso i costi nei trasporti che a loro volta influiscono nella filiera. Stando alla BCR il settore dell’agrotrasporto potrebbe perdere fino a 315 milioni di dollari tra  marzo e agosto. Le compagnie cercano rotte alternative, come Bahía Blanca, nella costa sud del paese. Qui si nota un aumento dei carichi di mais del 21 per cento in questo 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Riflessi anche sull’energia elettrica. La centrale di Yacyretá, divisa tra Argentina e Paraguay, opera al 50 per cento delle sue capacità; quella nucleare a Zarate ( 85 chilometri da Buenos Aires) ha dovuto richiede l’aiuto di una draga per garantire acqua sufficiente al suo funzionamento. Il rischio adesso sono gli incendi che possono divampare sulle isole di sabbia che si formano sui margini del fiume. L’anno scorso ne sono divampati a a centinaia. La maggioranza era dolosa. Sono bruciati 300 miula ettari del delta del Paraná.



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