Amiche muoiono assiderate sul Monte Rosa, la procura di Aosta apre un’inchiesta

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La procura di Aosta ha aperto un fascicolo sulla morte di Paola Viscardi e Martina Svilpo, le due giovani ossolane morte assiderate sul massiccio del Monte Rosa. E’ un fascicolo “modello 45” senza indagati e senza ipotesi di reato che ha raccolto la relazione inviata dalla Guardia di finanza di Cervinia che indaga sull’accaduto. Il fascicolo è affidato al pm Manlio D’Ambrosi.

Al momento non è stata disposta l’autopsia sul corpo delle due alpiniste che sabato erano rimaste bloccate da una bufera insieme a un amico, Valerio Zolla, unico superstite della spedizione. La comitiva era stata trovata a tarda sera dai soccorritori  tra il rifugio Giordano e la cima della Pyramide Vincent. Il gruppo di amici si era perso e non era riuscito a raggiungere il bivacco dove avrebbero potuto trovare riparo. Dal momento del primo allarme all’arrivo dei soccorsi sono trascorse dieci ore.

L’allarme era scattato alle 14,30, quando Zolla ha chiamato per la prima volta il numero unico di emergenza 112. Il giovane non ha saputo dare indicazioni precise sulla sua posizione e per ore i soccorritori sono stati convinti che il gruppo si trovasse sul Balmenhorn. Le prime due guide alpine di Gressoney che sono arrivate al bivacco, però, hanno scoperto che tra le dieci persone presenti nessuno aveva chiamato aiuto.

La seconda telefonata del giovane era arrivata al crepuscolo. “vedo il Cristo delle Vette” aveva detto Zolla e quel particolare aveva condotto il Soccorso alpino e la Guardia di finanza verso il punto giusto per localizzare il gruppo di amici. Quando le ragazze sono state raggiunte dai soccorsi, però, erano già incoscienti e in condizioni gravissime. Il loro cuore ha smesso di battere una volta arrivate al rifugio Mantova, due ore di cammino più a valle. Zolla è stato trasportato in ospedale in Svizzera con un elicottero dell’Air Zermatt.



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