Da un paio di anni a questa parte, l’asteroide Bennu è sotto le luci della ribalta. In particolare da quando, nel 2023, la Nasa è riuscita a paracadutare sulla Terra una capsula contenente un centinaio di grammi di materiale prelevato da questo corpo celeste grazie alla missione Osiris-Rex. Da allora, diversi campioni sono stati distribuiti a vari gruppi di esame in tutto il mondo, con l’obiettivo di analizzarne il contenuto e raccogliere qualche indizio in più sul passato del Sistema solare e magari sull’origine della vita sulla Terra.
Grazie a questo sforzo collettivo, oggi sappiamo che i campioni di Bennu contengono molti degli amminoacidi che compongono le proteine che conosciamo e tutte e cinque le basi azotate che costituiscono i mattoncini di base delle molecole di Dna e Rna. Non solo, il materiale raccolto dall’asteroide ha al suo interno anche una serie di minerali che sulla Terra vengono solitamente ritrovati nei fondali di laghi evaporati che erano ricchi di sodio. Indice del fatto che forse un tempo su Bennu o sul suo “ascendente” era presente acqua allo stato liquido.
È quanto emerge da due studi da poco pubblicati su Nature e Nature Astronomy. I risultati delle due ricerche non indicano necessariamente che su Bennu sia mai esistita la vita per come la conosciamo, ma sembrano supportare la teoria secondo cui gli asteroidi potrebbero aver portato sulla Terra gli ingredienti necessari per la sua origine.
Minerali mai rilevati prima in altri asteroidi
Alcune anticipazioni sul contenuto dei campioni dell’asteroide Bennu erano arrivate dalla Nasa già nell’ottobre del 2023, poco dopo l’atterraggio della capsula nel deserto dello Utah, Stati Uniti. I risultati descritti nei due articoli da poco pubblicati confermano alcune delle osservazioni preliminari rivelate allora dall’agenzia spaziale e aggiungono una serie di nuovi dettagli e scoperte, rese possibili dal fatto che il materiale prelevato da Bennu è stato preservato in condizioni che hanno scongiurato il contatto con possibili contaminanti terrestri.
Uno dei risultati più sorprendenti, spiegano gli autori dello studio pubblicato su Nature, è stato trovare composti contenenti carbonato di sodio che non erano mai stati rilevati in altri asteroidi prima. Questi composti si trovano solitamente nei fondali di laghi evaporati che erano ricchi di sodio, come il lago Searles nel deserto del Mojave (Stati Uniti).
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di Sara Carmignani www.wired.it 2025-01-30 11:09:00 ,