L’obiettivo di Azimut Seadeck è ambizioso, suona quasi impossibile, ma la strada scelta per raggiungerlo è molto realistico: “Lanceremo a breve – ha dichiarato Giovanna Vitelli, Presidente del Gruppo Azimut-Benetti – una nuova gamma di imbarcazioni capaci di ridurre le immissioni di CO2 del 40% nel loro normale utilizzo durante le crociere dei loro armatori”. Va sottolineato che quel “a breve” significa tre modelli nei prossimi venti mesi, e che quegli armatori di cui la signora Vitelli parla, sono armatori “normali”: i Seadeck 6, 7 e 8 saranno lunghi dai 18 metri ai 24 metri. Certo, sempre oggetti di lusso e molto costosi, ma non megayacht rivolti a proprietari senza limiti di spesa che possono sperimentare qualsiasi soluzione, anche in ottica di sostenibilità e di propulsioni alternative. Saranno quindi barche “vere” da realizzare in serie, non esercizi stilistici in ottica green. Come è stato possibile raggiungere questo meno 40% di CO2? “Grazie al nostro percorso di innovazione e investimenti nell’ottica della sostenibilità, partito dal 2006 – racconta sempre Giovanna Vitelli – quando ancora quasi nessuno, nella nautica, prestava attenzione a questo argomento”.
Azimut ha lavorato principalmente su tre fronti: propulsioni, materiali e disegno delle carene. “Tante singole aree di lavoro che nel complesso rendono possibile questa transizione – ha raccontato sempre nel corso della presentazione di Seadeck Federico Lantero – Head of Product Design di Azimut Yachts. Per contenere il peso utilizzeremo carbonio su ben il 40% delle superfici delle barche. L’obiettivo non è tanto raggiungere maggiori velocità, quanto piuttosto contenere i consumi. Questi, grazie, anche al nuovo disegno delle carene che consento di planare prima e l’utilizzo di propulsioni con i Pod IPS della Volvo Penta, scenderanno del 30% rispetto alle barche tradizionali”.
Sempre nell’ottica di realizzare mezzi realmente sostenibili (in termini sia ambientali che industriali) a bordo ci saranno anche pannelli solari, scambiatori che sfrutteranno il calore prodotto dai propulsori per riscaldare l’acqua da usare a bordo, condizionatori d’aria di ultima generazione a basso consumo, vetri con protezione UV proprio per ridurre l’esigenza di rinfrescare gli ambienti interni. Ci saranno anche degli accumulatori a ricarica veloce per poter rendere i Seadeck autonomi per otto ore in rada all’ancora in “hotel-mode” (utilizzando tutti gli impianti necessari per la vita in barca). Al posto del tradizionale legno di teak, per la coperta verrà impiegato il sughero (che si rigenera spontaneamente) e il PET sostituirà il PVC come anima per la costruzione in sandwich di vetroresina. E ancora, per gli arredi sono stati scelti tessuti ricavati da materie riciclato e tutto il legno utilizzato è certificato FSC, cioè di origine controllata, proveniente da foreste gestite i maniera responsabile.
Nel complesso, quindi, questa nuova generazione di barche che sta per lanciare Azimut è decisamente molto interessante. Sscienza e non fantascienza: nell’ ottica della ricerca della sostenibilità è la summa del massimo al momento possibile nella produzione di serie nella nautica. Un puzzle che, sulla carta, sembrerebbe ben riuscito. Le prove in acqua daranno poi la sentenza definitiva.
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di Luca Sordelli www.wired.it 2023-03-10 13:22:00 ,