Nella partita sul Quirinale si naviga ancora a vista. Nè Matteo Salvini né Giorgia Meloni sapevano ieri sera quale decisione oggi renderà nota Silvio Berlusconi al vertice del centrodestra. Una riunione convocata su iniziativa di Salvini che, come la presidente di Fratelli d’Italia, vuole capire quali siano le intenzioni del Cavaliere.
Berlusconi, dopo essersi riunito con lo stato maggiore del partito ad Arcore (presenti oltre ai capigruppo Paolo Barelli e Anna Maria Bernini, la senatrice Licia Ronzulli e Fedele Confalonieri) ha accolto la richiesta fattagli telefonicamente dell’alleato ma senza anticipare nulla. Ieri sera entrambe le opzioni erano infatti ancora in campo: andare avanti e sfidare la conta in Aula perché i numeri «sono discreti»; fermarsi e trovare una candidatura alternativa. Non si sa neppure se l’ex premier parteciperà di persona o in videocollegamento, da Arcore, al vertice con gli alleati che, sempre Salvini ha detto si svolgerà a Roma.
Il segretario della Lega vuol tenere il boccino in mano. Dopo la notizia dell’appuntamento di oggi ha inviato a stretto giro un’altra nota titolata «lavori in corso» dove ha comunicato di «aver contattato tutti gli altri leader» e che «la coalizione avrà l’onore e l’onere di proporre per il Colle una candidatura “di alto profilo”». Parole che sembrano dare per scontato il passo indietro del Cavaliere. In realtà non è affatto così. E soprattutto l’ex premier non è intenzionato d assumere il ruolo del gregario.
Barelli, uscendo da Villa San Martino ieri si è limitato a confermare che oggi «molto probabilmente» Berlusconi scioglierà la riserva. Se decidesse di andare avanti – magari chiedendo ulteriori 24-48 ore per l’ultima verifica – Salvini e Meloni non potrebbero che appoggiarlo. Ieri l’ex premier avrebbe ricevuto assicurazioni di avere certi circa 500 voti (il quorum dalla quarta votazione è 505). Pochi per poterci provare, tenendo conto dei franchi tiratori. Ma forse molti di più di quanto potrebbe ottenere qualunque altro candidato del centrodestra.
Ecco , quello che è davvero difficile ipotizzare, è che Berlusconi faccia un passo di lato per favorire un esponente del suo stesso schieramento, che sia l’ex presidente del Senato Marcello Pera o l’attuale presidente Maria Elisabetta Casellati o il neopresidente del Consiglio di Stato Franco Frattini. Ma vale anche per Pier Ferdinando Casini che, pur essendo stato eletto nelle fila del Pd ha militato per lungo tempo nel centrodestra e che, secondo quanto emerge dai sondaggi tra i parlamentari, è il politico con le maggiori possibilità di superare l’asticella dalla quarta in poi, nonostante la contrarietà di Lega e Fdi.