Biden è un presidente che non ha paura di soffrire, dice Emily Tamkin

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Il rapporto  che modo il passaggio di testimone fra Trump e Biden influenzerà i rapporti fra Usa e Europa? Di questo e della nuova stagione politica americana, ne abbiamo parlato con Emily Tamkin redattrice britannica del New Statesman. Tamkin è occupata di affari esteri per Foreign Policy, BuzzFeed News e Washington Post. I suoi lavori sono stati pubblicati anche da Columbia Journalism Review, The Economist, Politico, Prospect e Slate. La giornalista, che si occupa di politica straniera e in particolare quella statunitense, sarà ospite di Internazionale a Ferrara, il festival organizzato dal settimanale Internazionale e dal Comune di Ferrara. Tamkin parteciperà sabato 20 febbraio alle 16 in diretta streaming dalla pagina facebook del giornale al panel realizzato in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea “Amici come prima”.

L’incontro a cui parteciperà per Internazionale a Ferrara ha l’ambizioso obiettivo di analizzare proprio le interconnessioni tra Italia e Usa. Lei che impressione ha?

Le relazioni miglioreranno sotto Biden. Trump era apertamente antagonista all’UE, mentre Biden vede l’UE come un partner. Tuttavia – prosegue Tamkin – penso che ci siano alcune questioni aperte, come quanto l’UE voglia lavorare con gli Stati Uniti in opposizione alla Cina, e se l’Ue decidesse che è ancora necessario creare una politica estera e di difesa meno interconnessa, visto che 4 anni di Biden potrebbero facilmente terminare con altri 4 anni di un personaggio simile a Trump.”

Un suo recente articolo su New Statesman si intitola “ Perché Biden e Trump hanno in comune molto più di quello che crediamo”, a cosa si riferiva?

Non si tratta della loro personalità, ma piuttosto delle loro politiche. Alcune politiche – ad esempio, sull’immigrazione – sono ancora in atto e richiederanno tempo e volontà per essere annullate. Ma altre – penso a quelle relative al commercio, e in particolare ai dazi sulla Cina – sono ancora in vigore perché i venti politici cambiano. Gli Stati Uniti vedono gli accordi multilaterali in modo diverso, hanno un approccio più scettico ora  rispetto a quando Biden era in carica come vice presidente.

Quali sono oggi le necessità del Paese?

Il problema più immediato è ovviamente la pandemia: vaccinare quante più persone possibile il più rapidamente possibile e incentivare le persone a essere prudenti e rimanere a casa.Ma io penso che una questione altrettanto pressante sia dimostrare che i nostri processi possono funzionare. I Democratici sono in grado di ottenere le legislazioni attraverso il Congresso? È possibile ripristinare i diritti di voto? Possiamo dimostrare a noi stessi che possiamo gestire come un paese democratico in modo inclusivo? Questa è senza dubbio la grande sfida di Biden.

Sono ancora molti gli interrogativi attorno agli assalti di Capitol Hill, nel frattempo Donald Trump è stato assolto da parte del Senato. Quali possono essere gli effetti a lungo termine di questa decisione?

Penso che sia estremamente significativo. In primo luogo, questa decisione consente a Trump eventualmente di candidarsi di nuovo, e questo fatto incombe sulla politica del partito repubblicano, indipendentemente dal fatto che lui scelga di correre o meno. In secondo luogo, la mancanza di ripercussioni sostanziali per un comportamento esplicitamente antidemocratico significa che non c’è motivo che trattenga  Trump, o qualcuno con motivazioni simili, a non tentare qualcosa del genere – negando un risultato elettorale legittimo e incoraggiando i sostenitori a combatterlo – di nuovo.

Riguardo a Biden lei ha scritto che il dolore è un tema ricorrente nella vita del presidente «Lui sa cosa vuol dire provarlo. Anche quando non parla di dolore lo puoi sentire in sottofondo» , in che modo questo potrà condizionare la sua leadership?

Penso che nella campagna elettorale questo lo abbia aiutato: siamo una nazione in lutto. Così tante persone hanno perso così tanto nell’ultimo anno. Ora che Biden è Presidente, però, quell empatia deve tradursi in una “politica empatica”. Sarà approvata una legislazione che aiuterà le persone a superare il resto della pandemia? Sarà annullata la crudele politica di immigrazione di Trump? Si lavorerà per combattere la disuguaglianza? Spero che vedremo la comprensione del dolore passare dal personale al politico.

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