«Sì lo penso». Così Joe Biden ha risposto alla domanda di George Stephanoupolos della Abc che, nell’intervista a Good Morning America, gli ha chiesto se pensa, visto che lui lo «conosce bene», che «Vladimir Putin sia un assassino» riferendosi alla vicenda Navalny.
Il Fondo Anti-Corruzione (FBK) di Navalny commenta subito su Twitter: «Biden chiama Putin “un assassino”. Perché è veramente così. Per qualcuno sarà difficile accettarlo ma il presidente della Russia è un assassino. A tutti quelli che dubitano, fategli vedere il nostro video su come Vladimir Putin ha cercato di uccidere Alexey Navalny».
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Reagiscono anche le autorità russe, tramite il presidente della Duma di Stato, Vyacheslav Volodin che dichiara: «Le parole del Presidente degli Stati Uniti, che in una intervista alla Abc ha detto di considerare Vladimir Putin come un assassino, costituiscono «un attacco alla Russia» dice Volodin che ha aggiunto, è frutto di «isteria provocata dalla debolezza».
Ma Biden non sembra intimidito, anzi ha circostanziato accuse pesanti a Putin, connotandolo come avversario a tutto tondo: il presidente russo «pagherà un prezzo», per aver cercato di influire sull’esito delle scorse elezioni presidenziali, dice il presidente americano. Putin è dunque anche accusato di aver cercato di danneggiare la candidatura dello stesso Biden e di esacerbare le tensioni nel Paese, secondo quanto emerso da un rapporto dell’intelligence statunitense.
I russi avevano risposto anche sulle interferenze. Le accuse «sono prive di fondamento, di prove e sono sbagliate», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «Non siamo d’accordo con le conclusioni dell’Intelligence nazionale Usa sul nostro Paese. La Russia non ha interferito nelle elezioni precedenti e non lo ha fatto in quelle del 2020 a cui fa riferimento il rapporto. La Russia non è coinvolta in campagne contro alcuno dei candidati», ha aggiunto Peskov. «In generale, possiamo ancora una volta esprimere rincrescimento per tali accuse, che sono ben lontane dall’essere sostanziali, e sono usate come scusa per introdurre la questione di nuove sanzioni contro il nostro Paese».