Bimbo ucciso a bastonate: condannato, perché pena così dura? – Campania

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Domani al via a Napoli il processo in Corte di Assise di Appello


(ANSA) – NAPOLI, 26 OTT – “Signor giudice… mi scuso per il
tempo che le faccio perdere ma vorrei che lei mi possa aiutare a
capire perché ho ricevuto un trattamento così duro. Ho sempre
ammesso le mie responsabilità…”. Inizia così la lettera
rivolta ai giudici e scritta di suo pugno da Tony Essobti Badre,
il giovane condannato all’ergastolo il 9 novembre 2020, in
quanto ritenuto colpevole dell’omicidio di Giuseppe Dorice, il
bimbo ucciso a bastonate nel gennaio 2019 a Cardito, in
provincia di Napoli.
   
Badre è stato condannato, nel novembre 2020, anche per il
tentato omicidio di una delle due sorelline di Giuseppe e per i
maltrattamenti sui fratellini. Alla madre dei bambini, Valentina
Casa, sono stati inflitti invece sei anni di reclusione in
quanto ritenuta colpevole solo sotto il profilo omissivo. E
contro l’assoluzione di Valentina Casa dai reati più gravi
(omicidio e tentato omicidio), le associazioni Cam Telefono
Azzurro e Akira, rappresentate dall’avvocato Clara Niola, hanno
proposto appello insieme con la Procura e gli avvocati di
Essobty e Valentina. Il processo di secondo grado prenderà il
via domani davanti alla Corte di Assise di Appello di Napoli
(seconda sezione). A rappresentare le due sorelline di Giuseppe
sarà l’avvocato Pierfrancesco Moio.
   
Nella missiva che domani l’avvocato Pietro Rossi, legale di
Badre, consegnerà ai giudici, l’imputato si dice consapevole che
le sue scuse “non serviranno a nulla, se non a trovare un po’ di
pace”. Ribadisce, come fatto anche in primo grado, che non era
sua intenzione uccidere il bimbo: “…non so cosa è scattato nel
mio cervello. E’ scattato il buio… non volevo la morte di
Giuseppe”. (ANSA).
   

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