Un gruppo di ricercatori coordinato da Leonel Herrera Alsina, ricercatore presso la School of Biological Sciences dell’Università di Aberdeen (Regno Unito), ha utilizzato un nuovo modello per studiare l’origine della biodiversità – ossia l’evoluzione e la diffusione geografica di molte specie animali e vegetali – nel sud-est asiatico, una delle regioni più ricche di biodiversità al mondo. I risultati, pubblicati su Proceedings of the Royal Society B, mostrano che includere anche le specie estinte in questo tipo di analisi potrebbe cambiare radicalmente lo scenario fino ad oggi accettato. Dallo studio è infatti emerso che le origini geografiche di molti gruppi tassonomici sono più strettamente collegate di quanto si pensasse, e queste osservazioni sembrano essere maggiormente in accordo con le più recenti ricostruzioni geologiche.
Lo studio
“Ci siamo chiesti se diversi gruppi di piante e animali potessero avere la stessa origine geografica, dato che le nuove evidenze geologiche contrastavano con le attuali ricostruzioni dell’origine e della diffusione delle specie”, spiega Herrera Alsina. “Tuttavia – prosegue il ricercatore -, la continua estinzione di specie nel corso dell’evoluzione sottrae informazioni fondamentali per ricostruire il passato”.
Il gruppo di scienziati ha quindi raccolto le informazioni contenute in articoli scientifici precedentemente pubblicati, relative alla storia evolutiva e alla diffusione di gruppi tassonomici originari di Borneo, Sulawesi (un’isola dell’Indonesia), Sumatra, Java, Filippine, Nuova Guinea e della parte continentale del sud-est asiatico. Le specie incluse nella caccia comprendono molte piante e animali, sia vertebrati che invertebrati.
Dopodiché, gli autori del nuovo studio hanno utilizzato un modello sviluppato dal gruppo di Herrera Alsina nel corso di una precedente caccia per rivedere la distribuzione geografica degli antenati di queste specie. A differenza di altri metodi, infatti, il modello utilizzato nel presente studio include nella ricostruzione geografica anche un’ipotesi della distribuzione degli animali estinti.
I risultati
Da queste analisi è emerso che tutti i gruppi tassonomici inclusi nella caccia erano presenti nelle terre che costituiscono le attuali isole della regione molto prima di quanto si pensasse in passato. Ossia, la diffusione degli antenati di queste specie sarebbe avvenuta molto più indietro nel tempo rispetto a quanto precedentemente stimato. E, ipotizzano gli autori, la loro diffusione potrebbe essere stata resa possibile da ponti terrestri esistiti per un lungo periodo negli ultimi 45 milioni di anni.
“I metodi precedenti ignoravano l’impatto delle specie estinte ma, incorporandole, siamo riusciti a creare un quadro più accurato e completo di come si è evoluta l’incredibile biodiversità di questa regione”, conclude Lesley Lancaster, seconda autrice dello studio: “Questa nuova visione è in linea con le recenti scoperte geologiche e potrebbe trasformare il modo in cui immaginiamo le origini e la diffusione delle specie a livello generale”.
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di Sara Carmignani www.wired.it 2024-09-26 10:17:33 ,