Anche l’ascesa di Ether può essere collegata agli Etf, dal momento che un colosso come BlackRock – la maggiore società d’investimento al mondo – ha ufficialmente depositato la richiesta di varare un exchange traded fund collegato alla seconda più importante criptovaluta.
Se davvero arrivasse il via libera agli Etf di criptovalute (la decisione finale è attesa entro il primo gennaio), sarebbe un altro importante passo verso l’accettazione dei bitcoin a Wall Street. È un processo in realtà già in atto da tempo, come dimostra la quotazione in borsa di Coinbase (principale exchange statunitense) o gli investimenti in criptovalute di alcuni dei maggiori fondi del mondo.
Dopo gli scandali, la febbre degli Nft e la bolla del web3, una decisione positiva della Sec indicherebbe però che il mondo delle criptovalute ha espiato i suoi peccati e può essere riammesso nei salotti buoni della finanza (è curioso notare come una moneta come i bitcoin, nata con l’obiettivo di rovesciare i meccanismi monetari e finanziari, oggi debba affidarsi alla Sec e a Wall Street per le sue aspirazioni di ripartenza).
Potrebbero esserci anche altre ragioni: come segnala il sito del Nasdaq, “non si può sottovalutare il ruolo indiretto delle incertezze economiche globali e dei crescenti tassi d’interesse, che hanno portato gli investitori tradizionali a cercare opportunità d’investimento alternative”. E poi c’è il sempre attesissimo halving: il momento in cui il numero di bitcoin ottenuto dai miner – che si occupano di convalidare le transazioni avvenute sulla blockchain – si dimezza. Storicamente, questo avvenimento (che dovrebbe avvenire tra aprile e maggio del prossimo anno) viene anticipato da una netta risalita del criptomercato.
Cosa ci aspetta in futuro
Non tutti sono però d’accordo: una recente analisi di JPMorgan ha infatti sminuito non solo l’atteso halving ma anche il potenziale impatto che gli Etf potrebbero avere sul mondo delle criptovalute, segnalando come, dove sono già disponibili (Canada ed Europa), questi strumenti abbiano ottenuto poca attenzione e come comunque si limiterebbero a ridistribuire i capitali già investiti in criptovalute, più che attirarne di nuovi.
Ma è davvero necessario cercare delle ragioni razionali per spiegare l’andamento di un mercato esclusivamente speculativo come quello dei bitcoin? Come già avvenuto in passato, l’attuale crescita dei valori delle criptovalute potrebbe semplicemente essere legata all’andamento finanziario: dopo un anno di prezzi in calo, gli investitori più furbi ed esperti potrebbero aver capito che era nuovamente il momento di comprare, nella speranza di dare il via a un nuovo ciclo di crescita.
Come disse nell’Ottocento Nathan Rothschild, “quando c’è il sangue per strada è il momento di comprare”: vale a dire che quando i prezzi sono crollati ai minimi e la bolla è scoppiata, è il momento di fare incetta di beni che probabilmente hanno prezzi particolarmente convenienti. Per la stessa ragione, quando tutti parlano di un asset finanziario (per esempio quando si parla di bitcoin anche nei telegiornali della sera) potrebbe significare che sia giunto il momento di vendere.
Non è detto che le cose andranno così e che gli investitori che stanno nuovamente puntando sui bitcoin vedranno realizzarsi le loro aspirazioni, soprattutto perché lo scetticismo nei confronti delle criptovalute e la consapevolezza della rischiosità di questo investimento, negli ultimi anni, sono cresciuti parecchio. Quello a cui stiamo assistendo potrebbe essere l’inizio di un nuovo ciclo oppure un momentaneo battito di coda: solo il tempo potrà dircelo.
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di Andrea Daniele Signorelli www.wired.it 2023-11-23 05:50:00 ,