Guy Edward Bartkus, il 25enne autore di un attentato ad una clinica per la fecondazione assistita aveva lasciato un messaggio in cui spiegava le ragioni del suo gesto estremo.
«Sono arrabbiato per il fatto di esistere e perché nessuno mi ha chiesto il permesso di farmi nascere», dice in un audio di 30 minuti. «Sono fortemente contrario alla fecondazione in vitro, è estremamente sbagliata. Persone che hanno figli a tavolino. Quanto ci può essere di più stupido?», attacca.
L’attentatore, che è finito nell’esplosione, si definiva un “pro-morte” ovvero, nelle sue parole, «qualcuno che intende procurarsi la morte il prima possibile per impedire la propria futura sofferenza e, soprattutto, la sofferenza che la propria esistenza causerà a tutti gli altri esseri senzienti».
Bartkus aveva anche installato un treppiede con una telecamera per filmare l’aggressione ma il video non è mai stato caricato sul suo sito, dove invece è stato trovato l’audio. In una sezione ’domande e risposte’ del suo sito racconta inoltre che la migliore amica Sophie condivideva le sue idee ed è morta di recente dopo aver convinto il suo promesso sposo a spararle nel sonno.
“Avevamo concordato che se uno di noi fosse finito, l’altro lo avrebbe seguito presto”, scriveva Bartkus. La giovane menzionata dall’attentatore potrebbe essere la ventisettenne Sophie Tinney, morta a Fox Island, nello Stato di Washington, il 22 aprile. Per la polizia sarebbe stato il suo promesso sposo ad ucciderla, il ventinovenne Lars Eugene Nelson, dopo essere stato convinto da lei.
