Tecnicamente sarebbe solo un simbolo fonetico misconosciuto, chiamato «schwa» una «e» a testa in giù. Mario Gargano, sindaco di Castelfranco Emilia (Modena), ha però deciso di utilizzare la «schwa» sui social, nei post istituzionali del Comune. Così questo simbolo ha acquisito un valore politico, perché l’obiettivo dell’amministrazione era quello di adottare «un linguaggio più inclusivo». Ed è per questo che al maschile universale («tutti») da oggi in poi sarà sostituita una desinenza neutra, («tuttə»), con la «e» rovesciata, appunto, che si rivolge contemporaneamente a «tutti» e «tutte».
Il primo cittadino del Comune nel modenese, guidato da una giunta di centrosinistra, in poco tempo si è ritrovato decine di chiamate sul cellulare e centinaia di commenti su Facebook da gestire, alcuni concordi con la sua mossa e tanti critici. «Tutto è nato da una mozione discussa in Consiglio comunale tempo fa, per promuovere l’utilizzo di termini e parole che fossero più inclusive possibili — racconta il sindaco Gargano —. L’idea è stata del nostro giovane assessore Leonardo Pastore, laureando in Comunicazione, che ha proposto l’utilizzo della ə. Abbiamo capito subito che questo simbolo poteva essere una grande occasione. Questo tempo della pandemia ci costringe all’allontanamento, mentre così abbiamo provocato un messaggio di avvicinamento, di attenzione e di cura verso l’altro».
La «schwa» viene usata solo sui social «perché volevamo appunto creare una discussione», ma non sui comunicati ufficiali del Comune: «La ə non è un simbolo ideologico, ma neutro — aggiunge Gargano, che prima di fare il sindaco a tempo pieno lavorava nel terzo settore —. C’è stato anche chi ha criticato duramente. Se metti questo simbolo in mezzo alle ideologie diventa difficile una disamina valoriale, mentre noi volevamo solo richiamare attenzione rispetto ai valori della diversità». Ha fatto una cosa di sinistra: «Se la mettiamo sull’ambito dell’ideologia ci può essere una sfumatura che tocca più la sensibilità di sinistra. Ma qui conta il valore del simbolo: il Covid ha esasperato la la distanza e la disuguaglianza, forse la «schwa» può aiutarci a vivere meglio, strappandoci anche qualche sorriso in tutto questo disagio».
«Il rispetto e la valorizzazione delle differenze sono principi fondamentali della nostra comunità e il linguaggio che utilizziamo quotidianamente dovrebbe rispecchiare tali principi — si legge nel post in cui il Comune di Castelfranco Emilia presenta l’iniziativa —. Questo non significa stravolgere la nostra lingua o le nostre abitudini, significa fare un esercizio di cura e attenzione verso tutte le persone, in modo che si sentano ugualmente rappresentate».
14 aprile 2021 (modifica il 14 aprile 2021 | 16:01)
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