Un diciottenne sequestrato da tre baby-rapinatori, costretto a prelevare al bancomat e rapinato di mille euro. Uno studente spagnolo pestato a colpi di casco, per aver provato a difendere un’amica da due balordi. Due fidanzatini avvicinati mentre sono fermi in auto e costretti a consegnare i soldi che hanno in tasca, sotto la minaccia di un coltello puntato alla gola. Un sicario che spara tra la folla ferendo due giovani.Quattro gravi episodi di criminalità che si sono verificati nel giro di poche settimane e bastano per sostenere che Castellammare non è una città sicura. Non da oggi, ma da tempo, a dirla tutta. Perché le condizioni che oggi favoriscono questi episodi sono le stesse del 2020 – per fare un esempio -, quando un carabiniere fuori servizio fu massacrato di botte in villa comunale da un gruppo di malviventi.Castellammare è una città che vive di notte, soprattutto dal venerdì alla domenica, già a partire dalla primavera. Ma i turni degli agenti di polizia municipale – che pure sono pochi – non tengono conto di questo aspetto, terminano poco prima delle 21 e si adeguano alle vere esigenze di sicurezza e controllo della città, solo ad estate inoltrata. Le pattuglie delle forze dell’ordine che devono coprire un vasto territorio, spesso anche oltre il territorio comunale, non riescono a garantire quella capillarità dei controlli di cui necessiterebbe una città dove – come confermano gli ultimi episodi – la densità criminale è alta e girano troppe armi. Nonostante l’impegno e la professionalità degli investigatori che riescono quasi sempre a individuare i responsabili, resta irrisolto sul tavolo il tema della prevenzione, che fa precipitare inesorabilmente la percezione di sicurezza.Se rinforzare il controllo del territorio con più uomini, come sostiene lo stesso ex procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, è necessario, non si può negare che anche con il raddoppio delle attuali forze in campo resterebbe un’impresa garantire la sicurezza.Dall’hotel Miramare al rione dell’Acqua della Madonna, si arrivano a muovere fino a 15mila persone in circa 3 chilometri, quando ai residenti si sommano i turisti e soprattutto chi arriva dai Comuni limitrofi. Tre chilometri di caos e anarchia. Fino a qualche anno fa si è provato a ipotizzare l’istituzione di zone a traffico limitato e isole pedonali per alleggerire la pressione sulla fascia costiera della città e garantire una migliore agibilità alle forze dell’ordine che devono garantire la sicurezza pubblica nelle zone maggiormente frequentate. Ma i passi indietro della politica, davanti alle prime perplessità di imprenditori e associazioni ha spazzato via questa possibilità.
L’ex pm Antimafia – «A Castellammare ci sono, come ovunque, tantissime persone perbene che vogliono cambiare. Bisogna che lo Stato sia presente con molte forze, che ci sia un controllo straordinario del territorio così come le persone perbene chiedono. Questo probabilmente può essere il primo passaggio per un recupero totale». E’ il nuovo appello dell’ex procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, dopo gli ultimi episodi di criminalità che si sono verificati a Castellammare. Parole che ricalcano un pensiero già espresso più volte nel corso degli ultimi anni da parte di De Raho e che hanno avuto anche un peso nello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni della criminalità organizzata. Il punto è che non si è arrestata l’emergenza sicurezza sul territorio. Lo sa bene De Raho, che ha sottolineato la necessità «di espugnare le fortezze dove le famiglie camorristche risiedono da oltre 50 anni. Questo è fondamentale anche per dare un segnale che effettivamente si vuole cambiare».
La politica – Dal Comune nella giornata di ieri, così come dopo il pestaggio di uno studente spagnolo, non è arrivata alcuna reazione ufficiale da parte dei commissari prefettizi. Che proprio in settimana hanno deciso di nominare un sovraordinato della Prefettura che possa occuparsi anche degli aspetti della sicurezza urbana, che attengono al Comune.A rompere il silenzio, dopo l’ennesimo fatto di cronaca, è però il Partito Democratico stabiese. «Cosa si aspetta ad intervenire, perché tanto disinteresse nei confronti della nostra città?», recita una nota dei dem guidati dal segretario cittadino Giuseppe Giordano.«Non bastano più le parole di sdegno e disprezzo per quanto sta accedendo da mesi nella nostra città. Gli episodi di criminalità sono all’ordine del giorno, la città è abbandonata a se stessa e gli appelli di aiuto cadono nel vuoto – continua il Pd – Non conosciamo la matrice dell’agguato che poteva costare la vita ad una ragazza che si trovava in piazza Giovanni XXIII per puro caso, ma sappiamo che la città è sguarnita da qualsiasi tipo di protezione. C’è bisogno che le forze dell’ordine siano presenti sul territorio, soprattutto nelle ore serali e nei luoghi di ritrovo». Da qui la richiesta di intervento del Prefetto: «Si convochi subito un tavolo per l’ordine e la sicurezza a Castellammare. Non c’è più nulla da aspettare che si faccia presto».Al coro si unisce anche il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli: «Siamo di fronte ad un probabile agguato camorristico, stando alla tesi degli investigatori. In un luogo pubblico, tra la folla. Questo è sconcertante, e ci lascia estremamente preoccupati – sostiene Borrelli – Ormai, praticamente ogni giorno, innocenti rischiano la vita per colpa di criminali e balordi che non hanno più freni. E siamo costretti, tutte le mattine, a leggere l’ennesimo bollettino di guerra nella speranza che nessuno ci abbia rimesso la pelle. Siamo arrivati al punto che stare in strada, di sera, è un rischio enorme per la propria incolumità, e questo è totalmente inaccettabile. La camorra ha rialzato la testa, si sente legittimata a fare quello che vuole. Tocca allo Stato dare una risposta concreta per tutelare i cittadini: più uomini delle forze dell’ordine in strada, più controlli, più repressione e, soprattutto, pene severissime».Appelli che rischiano di cadere nel vuoto.
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di Tiziano Valle
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2022-05-29 08:30:48 ,