I tir entravano di notte all’interno dell’ex area Avis. Scaricavano materiale di risulta, anche di cantieri pubblici, lasciando tutto in quel complesso abbandonato ormai da oltre un decennio. I capannoni erano stati trasformati in una discarica abusiva, costringendo i residenti del rione Cmi a respirare veleni. Spesso è capitato che qualcuno desse fuoco ai cumuli di rifiuti ammassati a ridosso dei muri. La scoperta dei carabinieri del Noe, che nella giornata di venerdì, hanno effettuato un sequestro preventivo dell’ex area Avis è solo la conferma di quanto già sospettava chi vive nel quartiere alla periferia di Castellammare di Stabia.La Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha affidato la custodia giudiziaria del complesso industriale al Comune, anche perché le indagini sono appena cominciate.Il prossimo passo sarà quello di classificare i rifiuti speciali trovati all’interno dell’Avis.
Dal primo sopralluogo dei Noe è emerso che tra i capannoni erano stato abbandonato anche materiale riconducibile a lavori pubblici, come ad esempio il ferro utilizzato per realizzare i binari. Le società che lavorano in appalto spesso si affidano a ditte specializzate per lo smaltimento dei rifiuti speciali. Queste aziende rilasciano documenti quando prelevano il materiale, ma non hanno l’obbligo di specificare al committente dove sarà smaltito. L’obiettivo degli investigatori, però, è comprendere a quali lavorazioni appartengono quei rifiuti, per provare a risalire alla ditta che si è occupata del prelievo e quindi individuare i responsabili dello smaltimento illecito.
Le indagini vanno avanti, quindi, per provare a risalire a chi ha ordinato, autorizzato e infine materialmente abbandonato quei rifiuti speciali. Da mesi circola in città la voce che quell’area fosse finita nel mirino di imprenditori, che volessero trasformarla in una vera e propria discarica. Una notizia arrivata a margine di una trattativa tra Ciro De Luca, amministratore unico della Magna Stabiae srl (società proprietaria dell’ex Avis) e alcuni broker inglesi e bulgari, che garantivano di rappresentare società d’investimenti disposte a fornire le necessarie garanzie per concludere l’affare. Ma era solamente una truffa e De Luca si è ritrovato prima a perdere il controllo della sua società, la Magna Stabiae srl, confluita nella Suisse Finance Group Ead (con sede a Sofia, in Bulgaria), e poi la proprietà dell’area Avis che è passata alla Horizon Geie (acronimo di Gruppo Europeo d’interesse economico), una società con sede a Pianoro, in provincia di Bologna. Su questa vicenda sta indagando ormai da mesi la guardia di finanza di Rovigo, che aveva già disposto il sequestro dell’area.
Nei giorni successivi ai sigilli emerse anche l’interesse di alcuni imprenditori di Castellammare di Stabia, di Torre Annunziata e della Penisola Sorrentina che avevano fondato la società IPR Stabiae con l’obiettivo di verificare la fattibilità di un progetto che prevedeva di dividere il complesso in diversi lotti, per insediare attività produttive legate alla nautica, agli arredi e alla commercializzazione di bibite, tra le altre. La società fece un passo indietro quando emersero le prime strane voci sulla trattativa con i broker bulgari. Ma a quanto pare gli imprenditori dell’area stabiese non erano gli unici interessati all’affare, perché c’era chi spingeva per realizzare una discarica in quel grosso sito. Un rischio enorme considerato che la periferia nord di Castellammare è interessata da progetti di riconversione turistica.
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Tiziano Valle
2021-07-18 09:31:47