L’ex ad di Terna Stefano Donnarumma, tagliato fuori dalla corsa ai vertici dell’Enel, potrebbe andare al timone del Fondo nazionale innovazione di Cassa depositi e prestiti. Il manager, nel 2020 messo a capo dell’azienda che gestisce la rete elettrica nazionale, è rimasto a secco nella spartizione delle poltrone delle grandi partecipate. Al suo posto arriva l’ex Nokia Giuseppina Di Foggia. Ma l’Enel è stata affidata al tandem Flavio Cattaneo-Paolo Scaroni. Dove collocare Donnarumma, manager, dicono le voci romane, vicino alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni? Cdp venture capital, il fondo innovazione di Cassa depositi e prestiti, potrebbe essere la destinazione, si dice a Roma.
L’attuale presidente di Cdp venture capital Francesca Bria, l’amministratore delegato Enrico Resmini e i sette nomi del consiglio d’amministrazione scadono a bilancio 2022 chiuso. Questione di mesi. Poi il governo dovrà decidere il da farsi. Ma il nome di Donnarumma non piace al mondo dell’innovazione. Lo ha fatto intendere, senza menzionare direttamente il manager, Innovup, l’associazione che aggrega e rappresenta l’ecosistema italiano dell’imprenditorialità innovativa.
Cristina Angelillo, presidente di Innovup, ha messo nero su bianco in una nota: “Come associazione che rappresenta tutta la filiera dell’innovazione italiana, ci teniamo a sottolineare al governo quanto questo settore sia in Italia parimenti importante rispetto ad altri settori e pertanto, nella scelta dell’ad di Cdp Venture Capital – ove si ritenesse necessario un cambio, da noi non auspicato -, invitiamo il governo ad individuare una figura con specifiche competenze tecniche di settore, che garantisca continuità d’azione avendo a cuore e comprendendo a fondo le dinamiche di sviluppo e consolidamento dell’ecosistema innovativo del nostro Paese. All’Italia servono politiche che stimolino il finanziamento e l’attrattività di capitali, con investimenti su ricerca e sviluppo, brevetti e startup innovative, mentre gli investitori necessitano di politiche che favoriscano l’attrattività di nuovi capitali, come incentivi fiscali mirati agli investimenti, che possano sostenere la nascita e lo sviluppo delle imprese innovative. Appare dunque chiara la necessità che il Paese si ponga un obiettivo comune, finalizzato allo sviluppo di tale comparto del mercato dei capitali, al fine di poter fornire alle imprese, nascenti o nelle prime fasi della loro vita, con modelli di business scalabili e ambizioni internazionali, strumenti finanziari adeguati alle loro esigenze di crescita”.
Con il raggiungimento nel 2022 in Italia del record storico dei 2 miliardi di euro di investimenti in startup hi-tech, il doppio rispetto al 2021 (un valore più che triplicato rispetto ai 694 milioni quantificati nel 2019), le imprese innovative italiane sono sempre più attrattive, anche fuori dei confini nazionali (con il 50% dei finanziamenti ottenuti proveniente da capitali esteri). L’innovazione quindi rappresenta uno dei driver imprescindibili per la crescita del nostro Paese, non solo in quanto consente di competere sui mercati internazionali, ma poiché è in grado di fungere da stimolo per nuovi investimenti, nuovi consumi e soprattutto creazione di nuovi posti di lavoro qualificati.
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di Diana Principe www.wired.it 2023-04-27 10:44:04 ,