Un ristorante umile. O meglio, una bettola. Detto in senso positivo, come sa chi frequenta la scena culinaria dell’Asia orientale dove quasi mai l’apparenza va insieme al gusto. Poi una donna con abiti di lusso, un tofu, una foto. E un post su Instagram. All’improvviso l’umile ristorante diventa una meta cool. File di astanti si affollano al suo esterno alla ricerca di un’oncia di quella grandezza svelata dalla celebrità social.
In pochi secondi di incipit, Celebrity riassume il potere di cui gode il mondo degli influencer del terzo millennio. Un potere accompagnato spesso da invidie, gelosie, disprezzo, cattiveria, paura e cospirazioni. Un potere a cui la protagonista Seo Ah-ri prova ad aggiungere un po’ di responsabilità. Ma da cui derivano anche e soprattutto sofferenze.
Di che cosa parla il K-Drama Celebrity
Celebrity è un k-drama scritto da Kim Yi-young e diretta da Kim Cheol-kyu. Uscito il 30 giugno su Netflix, ha subito scalato tutte le classifiche di visualizzazione e gradimento in Corea del Sud e in Asia orientale. La protagonista è Seo Ah-ri, interpretata da Park Gyu-young, celebre per il suo ruolo in It’s Okay to Not Be Okay e già arruolata per la seconda stagione di Squid Game. Park ha iniziato a recitare dopo essere stata notata nel 2015 dal colosso JYP Entertainment sulla copertina di un magazine universitario. La sua Ah-ri invece è un’ex ragazza ricca costretta a lavorare come venditrice porta a porta di cosmetici a basso costo.
Fuori dai social, apparentemente priva di ambizioni di ottenere celebrità e fama, si ritrova sulla soglia di quel mondo superficialmente fatato degli influencer dopo un incontro casuale con l’ex compagna di liceo Oh Min-hye (Jun Hyo-seong). Un incontro che mette in moto un effetto domino che Ah-ri rinuncia presto a interrompere, ma che anzi cerca in qualche modo di governare per ottenere il massimo risultato. Sebbene all’esterno siano amichevoli, le (molto) presunte amiche celebrities sono disposte a rivoltarsi l’una contro l’altra in un attimo per il minimo beneficio della loro immagine social, presentata come la vera ricchezza dell’era contemporanea. Nonostante sia scoraggiata dall’artificiosità di cui è testimone, Ah-ri si lascia coinvolgere e inizia a considerare l’opportunità di aiutare se stessa e la madre dopo che il loro status sociale è crollato a causa della bancarotta del padre.
Il suo obiettivo non è tanto quello della celebrità fine a se stessa, ma (anche) quello della rivalsa verso un mondo che le apre le porte ma poi prova subito a buttarla giù tenendola alla sua periferia. Il motivo? La sua situazione finanziaria e sociale più umile e vista come dunque “inferiore” da un ecosistema fatto di edonismo, consumismo sfrenato e irreversibile materialismo. Ma anche per il modo in cui Ah-ri inizia la sua ascesa. Un modo non del tutto convenzionale, senza tributi pagati al circolo di star in cui si trova catapultata, ma con qualche azione fuori dagli schemi.
Ombre social
A non piacere di lei sono la rapidità dell’ascesa e il fatto che per ottenerla non cerchi ossessivamente di compiacere le sue “superiori” e il pubblico, a cui anzi in uno dei suoi primi post dopo aver aperto il profilo Instagram dice che non è interessata ai loro “mi piace” o apprezzamenti. Eppure, l’ascesa di Ah-ri non è innocente o priva di calcoli. Lei stessa lo ammette quasi all’inizio, durante una livestream che accompagna tutti e 12 gli episodi come in un lungo e avvincente flashback: “Ho scoperto un cheat code” dice lei, che svela di come si debba approfittare della luce emanata da una star più grande per poter poi iniziare a brillare di luce propria. “Bisogna diventare parassiti”, spiega, con una citazione non casuale al film Parasite di Bong Joon-ho vincitore del premio Oscar nel 2020.
Leggi tutto su www.wired.it
di Lorenzo Lamperti www.wired.it 2023-07-07 04:30:00 ,