«Che delusione», «Scusati». Così Grillo, il profeta della Rete, è travolto dalla sua creatura- Corriere.it

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Col video di ieri pomeriggio è andata persino peggio del post dell’altro ieri, quello dell’affondo contro Conte. Chiara F. gli scrive «chiedi scusa». «Adesso fai l’agnellino?», lo sferza Laura G., chiosando il suo commento con tre pietre, «sei una delusione». «Se taci per due secoli è meglio», azzanna Serena B. E si fa una fatica incredibile, tra centinaia di reazioni su Facebook, a trovare qualcuno che, nella disfida rusticana con l’ex presidente del Consiglio, gli dia ragione. Beppe Grillo è stato abbandonato dalla Rete. La «Rete che non perdona», nel tempo aizzata indifferentemente contro il Bersani da lui ribattezzato «Gargamella» e il Berlusconi bollato come «psiconano», adesso si è rivoltata contro di lui. Laura G. e Serena B., che per un qualsiasi altro esponente politico sarebbero singoli nomi associati ad altrettanti profili sui social network, per lui sono gli uni e le une che valevano uno, la spina dorsale del modello pentastellato. E che sommati uno sull’altro, in questi ultimi due giorni, danno conto della valanga di insulti e di critiche che adesso sommerge il garante del Movimento.

A metà strada tra il mostro di Frankenstein che sfugge di mano al suo stesso creatore e il droide ED-209 che nel primo film su Robocop esordisce sulla scena uccidendo colui che l’aveva progettato, il clima interno alla galassia del Movimento mette proprio Grillo sul banco degli imputati, con una sentenza che appare senz’appello. Sul suo profilo Facebook, gli ultimi tre post del Garante (due contro Conte, uno contro Crimi) hanno un numero di like decisamente inferiore al numero dei commenti; è il primo sintomo che, a occhio nudo, contraddistingue un sentiment decisamente negativo. Lasciare un commento sul blog di Grillo, da qualche tempo, non è più possibile. E dalla Rete riemergono i video in cui il comico genovese se la prendeva con Clemente Mastella per la gestione del suo blog. «Parlare di Mastella è come sparare su un tonno in scatola. Ha aperto un blog per dialogare coi cittadini ma non pubblica le migliaia di commenti negativi. La Rete non tollera questo tipo di comportamento», diceva anni fa. Adesso quello che non lascia la possibilità di commentare è lui.


Inghiottito da quel perfido sortilegio della vita che colpiva il personaggio interpretato da Vittorio Gassman ne L’Audace colpo dei soliti ignoti – «Mi hanno rimasto solo, ‘sti quattro cornu..» – adesso Grillo si ritrova nell’impossibilità di poter distruggere quello che lui stesso ha creato. «Io t’ho creato, io ti posso distruggere!», come diceva Totò, è una frase da commedia. Qua, a giudicare da quello che scaturisce dal rimbalzo continuo di linea Grillo-Conte-Grillo-Conte, da ridere c’è ben poco. Persino rivedere le immagini della gloria che fu, come l’esordio in Parlamento al tavolo con Bersani, può far male: Vito Crimi e Roberta Lombardi, che con lui dissero no al governo col Pd nel 2013, adesso sono stati tra i primi a mettere la firma sul parricidio politico.

Certo, il Grillo dell’ultimo mezzo secolo è uomo dalle mille risorse, sa come risorgere dalla cenere. Pippo Baudo, intervistato da Aldo Cazzullo per il Corriere, raccontò che la prima volta che l’aveva visto era stato in un teatro rimasto senza pubblico. All’epoca si faceva chiamare «Giuse». E la condizione migliore di allora, agli albori, è l’obiettivo massimo dell’oggi. L’applauso muto di una platea deserta, sperando che la bufera passi.

30 giugno 2021 (modifica il 30 giugno 2021 | 22:31)

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