Quale sarà la resistenza alla chemioterapia di un tumore ? A saper rispondere è oggi un nuovo test che si è, appunto, dimostrato in grado di prevedere con successo chi ha più probabilità di rispondere alla chemioterapia. Frutto della collaborazione tra gli scienziati dell’Università di Cambridge, del Centro Nacional de Investigaciones Oncológicas di Madrid (CNIO) e la startup Tailor Bio, il test è stato faticosamente descritto in uno studio pubblicato su Nature Genetics e potrà in futuro essere uno strumento pregiato per eludere effetti collaterali e attuare un trattamento più efficace per ogni singolo paziente.
Resistenza alla chemioterapia
Sappiamo che la chemioterapia, che mira a distruggere le cellule tumorali, è un dei trattamenti più efficaci contro le neoplasie, ma può essere tossica anche per le cellule sane, con effetti collaterali, anche gravi. Il nuovo test, quindi, potrebbe eludere di somministrare ai pazienti chemioterapie inefficaci e mirare a trattamenti personalizzati. “La chemioterapia è un pilastro del trattamento del cancro e salva molte vite. Eppure, in molti casi, viene somministrata allo stesso modo da oltre 40 anni”, ha ricordato James Brenton, tra gli autori dello studio. “Purtroppo, sono troppi i casi in cui il cancro è resistente alla chemioterapia, il che si traduce in spiacevoli effetti collaterali e scarsi benefici per il paziente. Comprendendo chi ha maggiori probabilità di rispondere, la chemioterapia potrebbe diventare un trattamento più personalizzato per i diversi tipi di cancro”.
Come funziona il test
Per prevedere la resistenza alla chemioterapia e, quindi, quali pazienti non risponderanno al trattamento, il test analizza le alterazioni nell’ordine, nella struttura e nel numero di copie del dna all’interno del tumore, note come firme di instabilità cromosomica (Cin). Lo studio, in particolare, ha sviluppato biomarcatori basati su queste firme di instabilità cromosomica e il test può prevedere con precisione la resistenza a tre tipi di chemioterapia: a base di platino, antracicline e taxani. “La nostra tecnologia dà un senso al caos genomico osservato in molti tumori trattati con chemioterapia. Collega i modelli di mutazione del dna ai meccanismi che hanno causato il danno”, ha spiegato l’autore principale Geoff Macintyre. “Questo fornisce una panoramica della biologia difettosa del tumore, che possiamo utilizzare per prevedere la resistenza al meccanismo d’azione delle chemioterapie più comuni”.
Trattamenti personalizzati
Una volta sviluppati i biomarcatori, i ricercatori li hanno testati sui dati provenienti da 840 pazienti con diversi tipi di cancro, mostrandone l’efficacia. “I tempi in cui la chemioterapia veniva offerta come trattamento ‘universale’ stanno finendo”, ha concluso Iain Foulkes, esperto presso il Cancer Research UK. “Grazie a questa osservazione, e ad altre simili, ci stiamo muovendo verso un futuro in cui il trattamento personalizzato del cancro sarà un’opzione per molti pazienti. Solo offrendo trattamenti più ottimizzati ed efficaci, più persone potranno vivere una vita più lunga e migliore, libere dalla paura del cancro”.
Leggi tutto su www.wired.it
di Marta Musso www.wired.it 2025-06-24 12:58:00 ,