Anche la Cartiere Paolo Pigna Spa ha deciso di interrompere i rapporti commerciali con Chiara Ferragni e con le aziende collegate all’imprenditrice. Dopo i rumors circolati sugli organi di stampa, la decisione è stata confermata all’Ansa dai vertici aziendali.
La motivazione, spiegano, è da ricercare nel codice etico aziendale che “esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi”.
L’azienda che ha sede ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, aveva lanciato “segnali” sulla cessazione della collaborazione anche rimuovendo la pagina “Chiara Ferragni Limited Edition” sul sito della Pigna. Aprendo la pagina, infatti, la schermata dava “Errore 404”. La collaborazione tra la cartiera e Ferragni “è stata di natura unicamente commerciale – tengono a precisare dall’azienda – e ha riguardato la realizzazione di linee di prodotti di cancelleria per la scuola e per l’ufficio”.
Subito dopo il caso pandoro, l’ad Massimo Fagioli, sentito da Repubblica, aveva preso tempo, sottolineando di “cercare di guardare al futuro”. Oggi, però, la posizione dell’azienda sembra essere cambiata.
Pigna non è il primo brand “in fuga” da Ferragni dopo che l’imprenditrice è stata indagata per truffa aggravata. Il primo brand a salutare l’imprenditrice è stato Safilo Group che subito dopo la maxi-multa inflitta dall’Antitrust per il caso del pandoro “solidale” ha interrotto l’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni eyewear a marchio Chiara Ferragni, sottolineando che erano stati “violati” gli impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio. Poi è stata la volta anche di Coca-Cola.
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di F. Q.
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2024-02-03 20:13:39 ,