Per ora, l’obiettivo degli scienziati è usarle per capire meglio le prime fasi della gravidanza: “Poiché le scimmie sono strettamente imparentate con gli esseri umani dal punto di vista evolutivo, speriamo che lo studio di questi modelli approfondisca la nostra comprensione dello sviluppo embrionale umano, facendo luce anche su alcune delle cause degli aborti precoci“, ha dichiarato in un comunicato stampa Zhen Liu dell’Accademia cinese delle scienze di Shanghai, uno degli autori dello studio (l’équipe di Liu non ha risposto a una richiesta di commento inviata via email da Wired US).
Tuttavia, provare l’esperimento in una scimmia consente un’approssimazione più vicina a ciò che potrebbe accadere in un essere umano: “Questo dimostra che è possibile avviare una gravidanza o almeno innescare il sistema ormonale del macaco in modo che pensi di essere incinta”, afferma Hank Greely, direttore del Center for Law and the Biosciences della Stanford School of Medicine.
La questione etica
La ricerca sugli embrioni è particolarmente controversa. Diversi paesi hanno restrizioni legali che impediscono la coltivazioni di embrioni umani in laboratorio oltre i 14 giorni dalla fecondazione, quando compaiono i primi segni del sistema nervoso centrale. In altre zone del mondo, quella dei 14 giorni è solo una linea guida, inizialmente stabilita dall’Isscr. Nel 2021, l’organizzazione ha allentato la regola dei 14 giorni per prendere in considerazione, caso per caso, gli esperimenti che prevedono la crescita di embrioni umani oltre tale limite.
I modelli di embrioni offrono agli scienziati un’alternativa per fare ricerca senza dover ricorrere agli embrioni veri. Ma man mano che diventano più sofisticati, però, questi modelli sollevano anche dei timori: “Credo che quello che vorremmo davvero sapere è se un modello di embrione può dare origine a un organismo vivente – dice Greely –. Se è così, allora dovrebbe essere trattato come un embrione“.
Rivron ritiene che gli scienziati dovrebbero procedere con cautela nei loro tentativi di ottenere gravidanze animali con i blastoidi, perché è estremamente probabile che queste strutture non si sviluppino correttamente. Ma al ritmo attuale della ricerca, secondo l’embriologo la prima nascita di un topo da un blastoide potrebbe avvenire nel giro di cinque anni. “Penso che dovremmo fare le cose gradualmente per essere sicuri di farle per bene“, commenta Rivron.
Nel comunicato stampa, l’équipe cinese ammette che il nuovo esperimento potrebbe essere controverso: “I ricercatori hanno detto di riconoscere le preoccupazioni etiche che circondano questo tipo di ricerca, ma sottolineano che ci sono ancora molte differenze tra le strutture simili a embrioni e le blastocisti naturali – si legge nel comunicato –. È importante sottolineare che le strutture simili agli embrioni non hanno un pieno potenziale di sviluppo. Per far progredire questo campo, è importante che ci sia un dibattito tra la comunità scientifica e il pubblico“.
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di Emily Mullin www.wired.it 2023-04-11 04:00:00 ,