di Tommaso Meo
La Cina ha lanciato una campagna per ripulire internet che scandaglierà piattaforme online come social media e siti di condivisione di video per eliminare account e informazioni falsi. La Cyberspace administration of China (Cac) – l’autorità di vigilanza in tema cybersecurity – ha dichiarato il 23 dicembre in una nota che questa operazione speciale della durata di due mesi avrà come obiettivo eliminare dal web comportamenti definiti ingannevoli, come pagare per avere più follower e coinvolgimento sui social o scrivere recensioni fasulle in cambio di denaro.
Anche se l’autorità non ha nominato nello specifico nessuna società o individuo, ha affermato che le piattaforme che ospitano recensioni di film e libri, brevi video e i social network saranno tra i punti focali dell’operazione. Douban, una piattaforma online in cui decine di milioni di utenti cinesi recensiscono film e discutono di vari argomenti, e il sito di micro-blogging Weibo, sono stati entrambi già multati dal Cac questo mese per avere ospitato quelli che Pechino considera contenuti illegali.
L’indagine si svolge sullo sfondo di una più ampia stretta da parte delle autorità di regolamentazione in diversi settori, con un occhio particolare al mondo tech e alle attività online. Le più grandi società tecnologiche cinesi sono già state poste sotto una più stretta sorveglianza e a volte sanzionate. L’azienda cinese di ride sharing Didi Chuxing è stata costretta a rimuovere la propria app dagli store mentre quella di intrattenimento Tencent è stata multata. In contemporanea, Pechino sta portando avanti anche un’offensiva contro l’uso delle criptovalute. Le aziende tech straniere non se la passano meglio in Cina: l’ultima ad annunciare il proprio addio è stata LinkedIn a ottobre.
Altre operazioni speciali condotte dalle autorità quest’anno hanno preso di mira i fan delle celebrità, l’uso di internet da parte dei minori e anche le discussioni su eventi storici che si distanziano dalla narrativa ufficiale promossa dal Partito comunista cinese. A essere ridotto negli scorsi mesi è stato anche il tempo consentito ai bambini per giocare online. In questi giorni, poi, una delle più celebri influencer cinesi, Huang Wei, meglio nota come Viya, è stata multata per 210 milioni di dollari per evasione fiscale e le autorità cinesi hanno minacciato sanzioni per tutti i creator che non abbiano regolarmente pagato le tasse sui propri ricavi.
La stretta sulle aziende tech e il controllo ancora più stringente sul web secondo gli esperti serve a evitare che si creino centri di poteri alternativi. A settembre il Consiglio di Stato cinese ha pubblicato le linee guida per la costruzione di un internet “civile”, affermando che il web dovrebbe essere utilizzato per promuovere l’educazione sul Partito comunista al potere e sui suoi successi.
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www.wired.it
2021-12-24 12:39:10