Cingolani entra nel Fondo innovazione della Nato

0


L’ex ministro della Transizione ecologica e ideatore dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), Roberto Cingolani, entra nel consiglio dei direttori del Fondo innovazione della Nato. Valore un miliardo di euro, da investire nella crescita delle società ritenute più interessanti dai 30 alleati per affiancare Diana, l’acceleratore di startup dell’Alleanza nord atlantica. Un programma per reclutare aziende innovative in campi come intelligenza artificiale, robotica, biotecnologie, quantum computing, cybersecurity e spazio.

La situazione:

  1. Le nomine
  2. Il piano

Le nomine

A dare notizia della nomina è la stessa Nato, che ha selezione i primi tre nomi dei nove che occuperanno le sedie del board del fondo. La presidenza va a Klaus Hommels, ideatore e numero uno del fondo di investimenti svizzero Lakestar. Mentre le prime due nomine alla direzione sono quelle di Fiona Murray, preside associata con delega all’innovazione e all’inclusione della scuola di management del Massachusetts institute of technology (Mit), e di Cingolani. Come aveva anticipato Wired a novembre, i cacciatori di teste di True Search ed Egon Zehnder stanno completando le selezioni degli altri direttori e del team alla guida del fondo. I lavori vanno chiusi entro il vertice della Nato in programma a giugno a Vilnius, in Lituania.

Il fondo avrà sede nei Paesi bassi, ma si avvarrà di una rete di uffici regionali per monitorare la situazione a livello locale e individuare opportunità di investimento. Diana e il fondo sono il tentativo dell’alleanza di smarcarsi dai rigidi steccati degli appalti pubblici. E per tenere alla larga dalle startup più innovative i fondi cinesi o altri aiuti fuori dal recinto Nato. L’organizzazione ha individuato nove tecnologie emergenti e dirompenti su cui concentrare i suoi sforzi. La prima è l’intelligenza artificiale, su cui è già stata messa a punto una strategia operativa. Poi dati, autonomia (intesa di macchine e mezzi), biotecnologie, motori ipersonici, spazio, nuovi materiali ed energia. E ancora quantum computing.

Il piano

Diana ha due sedi regionali (in Canada e Regno Unito) e una rete di nove acceleratori e 63 centri di test. Ad aprile 2023 si terrà la prima delle tre gare per selezionare le startup da accelerare. In parallelo viaggia il Fondo innovazione da un miliardo di euro, che dovrà piazzare fiches sulle startup più meritevoli selezionate da Diana. “È il primo fondo di venture capital sovrano multinazionale. Il volume di un miliardo di non è molto, ma stiamo cercando di adattarci alla realtà – aveva spiegato a Wired il vicesegretario dell’Alleanza, Mircea Geoană -. Se gli innovatori saranno selezionati da Diana, potranno accedere al nostro denaro e quando saranno maturi, potranno andare sul mercato o dai più grandi fondi di venture capital”. David van Weel, assistente segretario generale dell’Organizzazione del trattato dell’Atlantico del nord per le sfide emergenti della sicurezza, saluta la nomina come “un importante pietra miliare nella messa a punto di questo storico fondo”.

Hommels, ideatore di Lakestar, uno dei più importanti fondi europei, guida anche l’associazione di categoria del private equity sul continente, InvestEurope, e ha un passato di investimenti in startup di successo come Spotify, Airbnb, Klarna e Revolut. Murray, una carriera al Mit, siede anche nel Consiglio di scienza e tecnologia che affianca il primo ministro inglese. Cingolani oggi è consulente del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Il suo nome era stato in pole position per la presidenza di Leonardo, il campione della difesa nazionale, di cui era manager prima di entrare nella squadra del governo guidato dall’allora presidente Mario Draghi. La poltrona sembra però sfumata. E anche la nomina nella rosa dei direttori del Fondo innovazione della Nato lascia intendere che per il fisico, classe 1961, il futuro sia un altro.



Leggi tutto su www.wired.it
di Luca Zorloni www.wired.it 2023-03-21 13:41:03 ,

Leave A Reply