Il maggiore investimento nella lotta al cambiamento climatico della storia americana: dopo un anno di trattative Joe Biden e i democratici la spuntano e il Senato approva – con il voto determinante del vicepresidente Kamala Harris – il maxi piano da 740 miliardi di dollari sul clima, le tasse e la sanità. L’Inflation Reduction Act è stato approvato con 51 voti a favore e 50 contrari, e ora va all’esame della Camera dove dovrebbe essere approvato senza problemi.
Le vittorie di Biden
Anche se decisamente inferiore ai 3.500 miliardi inizialmente proposti da Biden, il provvedimento è una vittoria per i democratici a tre mesi dalle elezioni di metà mandato di novembre. E una vittoria per Biden che corona così una settimana di successi, dal raid che ha ucciso il capo di Al Qaida alla guarigione dal Covid. Al termine di 18 giorni in isolamento, infatti, Biden è negativo e può riprendere i suoi normali impegni pubblici, inclusi i viaggi.
Dopo aver incassato i voti decisivi dei senatori Joe Manchin e Kyrsten Sinema, i democratici in Senato hanno introdotto in aula l’Inflation Reduction Act e sono riusciti, grazie al voto di Harris, ad avviare il dibattito sul provvedimento.
Minimum tax su super utili
Al termine di una maratona durata l’intera nottata fra sabato e domenica è arrivato il via libera definitivo allo storico provvedimento che include uno stanziamento da circa 370 miliardi di dollari per combattere il cambiamento climatico e un’altra precipitazioni di fondi per ridurre il costo dei medicinali. Le spese previste saranno finanziate con una minimum tax del 15% sulle aziende che realizzano utili annuali superiori al miliardo di dollari, una tassa dell’1% sulle società che riacquistano azioni proprie e con un rafforzamento dell’Internal Revenue Service, l’agenzia delle entrate americana.
Il provvedimento «aiuterà ogni cittadino di questo paese e renderà l’America un posto migliore», ha detto il leader della maggioranza in Senato, il democratico Chuck Schumer. I repubblicani compatti hanno bocciato l’iniziativa bollandola come deleteria per gli americani perché secondo loro mette a rischio l’economia, già sull’orlo della recessione.