Colori Regioni, prevale la zona arancione. Sardegna in zona rossa

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Scende l’Rt medio nazionale, che arriva a 0,92 (era a 0,96 venerdì scorso), e scende l’incidenza settimanale per 100mila abitanti (185), complice anche il calo dei tamponi di Pasqua. Oggi la Cabina di regia di Istituto superiore di sanità e ministero alla Salute sancisce la riduzione delle restrizioni in alcune delle Regioni più grandi del Paese.

In rosso, a causa dell’incidenza superiore a 250 casi per 100mila abitanti, resteranno Valle d’Aosta (415) e Puglia (257). Anche la Campania sarà nello scenario con più restrizioni ma a causa dell’Rt, che la settimana scorsa era superiore a 1,25. Lo stesso paramentro manda in rosso la Sardegna, fino a nemmeno troppo tempo fa addirittura in zona bianca.

Alla fine di una settimana, con i dati che si calcolano dal venerdì al giovedì, durante la quale c’è stato un crollo di tamponi e quindi anche di casi in coincidenza con le feste di Pasqua, tante grandi Regioni che avevano i dati dell’incidenza da rosso scendono sotto la soglia dei 250 e quindi da lunedì 12 aprile passeranno in arancione. Si tratta di Piemonte (238), Toscana (230), Emilia-Romagna (207), Friuli (187), Lombardia (183). Beneficeranno della regola secondo la quale, per una dimenticanza nella stesura delle norme, basta un solo monitoraggio con dati di incidenza inferiori a 250 per lasciare la zona rossa ed entrare in quella arancione quando. Se invece il colore più restrittivo è determinato dall’Rt e dal rischio di settimane ce ne vogliono due.

Tutte le altre Regioni dovrebbero restrare in arancione, salvo che la Cabina di regia non rilevi degli aumenti dell’Rt (esclusi comunque ieri dal Lazio e dal Veneto).

Diminuiscono nuovi casi non associati a catene di trasmissione

“In diminuzione il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (46.302 Vs 49.186 La settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento (34,9% vs 34,4% la scorsa settimana). È, invece, in diminuzione il numero di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (39,6% vs 41,5%). Infine, il 25,5% è stato diagnosticato attraverso attività di screening”. Lo si legge nella bozza dell’ultimo monitoraggio della cabina di regia Iss.

Evitare contatti al di fuori della famiglia

“È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi- prosegue il report- e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”. Si ribadisce infine la necessità di “rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie, compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi”, conclude l’Iss.

Otto regioni con Rt sopra 1. Il più alto in Sardegna

Sono otto le regioni con Rt puntuale sopra 1. La Sardegna registra il valore più alto 1.54, seguita da Valle d’Aosta (1.39) e Sicilia (1.22). Le tre regioni più virtuose sono Friuli Venezia Giulia a 0.79, Emilia Romagna e Molise (entrambe a 0.81). Sono i dati contentuti nella bozza del monitoraggio Iss-Ministero della Salute, al 7 aprile 2021 e relativi alla settimana 29/3/2021-4/4/2021. Ecco di seguito la tabella con gli Rt puntuali delle Regioni. Abruzzo 0.89;  Basilicata 1.15;  Calabria 0.93;  Campania 1.19; Emilia-Romagna 0.81; FVG 0.79; Lazio 0.9; Liguria 1.19; Lombardia 0.85; Marche 0.86; Molise 0.81; Piemonte 0.9; PA Bolzano 0.91; PA Trento 0.86; Puglia 1.06; Sardegna 1.54; Sicilia 1.22; Toscana 1.02; Umbria 0.97; Valle d’Aosta 1.39; Veneto 0.96.

“Il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri, l’incidenza ancora troppo elevata e l’ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità richiedono l’applicazione di ogni misura utile al contenimento del contagio”. E’ quanto evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.

“Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana (dal 29 marzo al 4 aprile, ndr) hanno contratto l’infezione nella seconda metà di marzo”, spiega l’Iss-ministero della Salute.



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