Il cuore del gioco è la grande mappa della città di New York, che il regolamento descrive come un vero e proprio avversario dei giocatori. Ad ogni turno, Jena & Co. potranno utilizzare due azioni ciascuno per muoversi sulla mappa, visitare i luoghi di interesse (caselle fisse dove c’è qualche speranza di trovare il Presidente o le valigette), forzare blocchi stradali, uccidere i criminali che ne infestano le strade, raccogliere e usare oggetti. Ogni azione genera rumore; più alto il rumore, maggiore la probabilità che New York possa “compiere” azioni nefaste contro i giocatori: sguinzagliare orde di criminali, tendere imboscate, o chiudere per sempre possibili vie di fuga. A complicare la vita agli eroi ci pensano i tre boss speciali che vengono rivelati al procedere della partita e che custodiscono le preziosissime valigette del Presidente – ma daranno filo da torcere ai giocatori decisi a impossessarsene: parliamo ovviamente di Romero, Slag e dell’inarrestabile Duca.
I vari eroi avranno abilità asimmetriche, concentrandosi di più sul combattimento (Jena e Maggie), sul movimento (il Tassista, ovviamente) o sull’inganno e la strategia (Mente, chi altri?). Durante la partita, prendere qualche danno dai nemici sarà inevitabile: in un apprezzabile twist, però, i personaggi non hanno punti vita e non possono essere “uccisi”, ma umilmente sono costretti a scartare una carta azione dalla mano per ogni ferita subita. Quando tutte le azioni sono state utilizzate, o scartate per i colpi incassati, per riprenderle tutte in mano il giocatore di turno non avrà altra scelta che far avanzare il timer di gioco, avvicinando il momento della fine partita. Se prima di allora le condizioni di vittoria (comuni o individuali) non verranno soddisfatte, sarà game over per tutti – con un finale al fulmicotone, perché le ultime tre carte timer nascondono una bomba che potrebbe esplodere immediatamente, oppure concedere uno o due round di respiro agli eroi.
Il risultato è un gioco che riesce davvero a immergere i giocatori nelle atmosfere del film. Sin dalle prime mosse si comincia a pensare di deludere i compagni o di abbandonarli al proprio triste destino, solo per ritrovarsi a collaborare a causa delle soverchianti forze nemiche. Il Tassista e le gang di criminali sfrecciano in auto per le strade di Manhattan sfondando posti di blocco e dando passaggi agli alleati. I galeotti si raccolgono sull’Empire State Building per distruggere l’aliante Gullfire, mentre un elicottero si libra su Central Park promettendo salvezza a chi è disposto a deludere gli amici.
Il prezzo da pagare è un regolamento che richiede un po’ di attenzione, soprattutto per i movimenti dei galeotti e delle azioni di New York; e una quantità di carte, segnalini e componenti che può davvero spiazzare i neofiti (e non solo). L’impressione è che un gioco tutto sommato semplice dal lato dei giocatori (scelgo due azioni e le svolgo nell’ordine che preferisco) richieda invece più impegno per gestire tutto ciò che accade di contorno.
Forse, snellire o tagliare un paio di meccaniche avrebbe giovato al flusso della partita, ma molto probabilmente avrebbe anche significato rinunciare a un po’ di immersione nel tema. La bilancia del divertimento, comunque, è dalla parte di Plissken. Ma voi, chiamatelo Jena.
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di Andrea Curiat www.wired.it 2024-10-06 04:30:00 ,