Indagato un 36enne di Catania per i reati di atti persecutori e lesioni personali nei confronti dell’ex convivente. In una occasione avrebbe spaventato la donna mostrandole una pistola che teneva nascosta nei pantaloni.

Immagine di repertorio
“Domani con la tua testa ci giocheremo a pallone”. È una delle frasi che avrebbe pronunciato un uomo di 36 anni di Catania, parole che hanno spinto la Procura a chiedere e ottenere dal gip del Tribunale gli arresti domiciliari.
L’uomo è accusato di atti persecutori e lesioni personali nei confronti dell’ex convivente. La misura degli arresti domiciliari è stata poi successivamente sostituita con quella del divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla persona offesa.
Il 36enne si sarebbe reso responsabile di reiterate minacce, molestie e anche di aggressione fisica nei confronti della donna, anche davanti al loro bambino. Tutto sarebbe iniziato nell’aprile scorso al termine della relazione tra i due.
Un rapporto già deteriorato per via dell’aggressività verbale, della prepotenza e delle continue denigrazioni di lui, e degenerato dopo la decisione del Tribunale di affidare il figlio minore a entrambi i genitori.
Un diritto – quello di vedere il figlio – che l’uomo “sfruttava” per perseguitare la ex. In una occasione, al momento di riportare il figlio a abitazione della madre, avrebbe dapprima minacciato la donna dicendole appunto che avrebbe giocato a pallone con la testa, per poi colpirla al volto, causandole lesioni giudicate guaribili in 7 giorni.
In un’altra occasione l’uomo, solo qualche giorno fa, avrebbe dato appuntamento alla donna presso la scuola del figlio e dopo averle chiesto di seguirlo in un luogo più appartato le avrebbe mostrato una pistola che teneva nei pantaloni.
La donna, minacciata, offesa e spaventata da ulteriori aggressioni fisiche, sarebbe così piombata in uno stato di ansia e paura per l’incolumità propria e dei suoi cari.
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di Susanna Picone
www.fanpage.it
2022-12-14 20:35:14 ,