Conte annuncia i suoi 5 «vice» per la rifondazione M5S, ma in tanti lasciano l’assemblea per protesta- Corriere.it

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di Claudio Bozza

Il presidente dei Cinque stelle: Taverna vicaria, poi le nomine di Todde, Ricciardi, Gubitosa e Turco. Esclusa Appendino: nessuno del Nord. L’ira dei parlamentari

Incassata la débâcle del voto nelle città, Giuseppe Conte si presenta davanti a un’assemblea dei parlamentari del M5S configurata come un campo minat0. Tanto è vero che dopo l’annuncio dei 5 nuovi vicepresidenti metà aula si svuota in segno di protesta. Il passo del presidente del Movimento, era stato giocoforza funambolico per tenere insieme tutte le anime di una compagine lacerata.

Nella sala di Montecitorio, prima di annunciare i nomi per la rifondazione, è necessario un bagno di realtà: «Questa tornata elettorale è stata segnata dal mancato rinnovo, da parte dei cittadini, della fiducia che in passato ci aveva consentito di amministrare città importanti come Roma e Torino». E poi: «Possiamo dire che non è colpa nostra, cercare colpe altrui» ma «non possiamo assolverci», bisogna «umilmente incassare». E prima di annunciare la nuova squadra di vertice, Conte prova a sopire i mal di pancia dell’ala grillina primigenia così: «Dobbiamo tornare alla originaria vocazione brillantemente intuita da Beppe Grillo». I nuovi 5 vicepresidenti saranno Paola Taverna (vicaria), Alessandra Todde, Mario Turco, Riccardo Ricciardi e Michele Gubitosa.

La strategia, nella composizione di questa compagine, sembra essere più che altro correntizia, per cercare di gestire il disappunto di più fronti. Taverna, vicepresidente del Senato, è stata tra i più fedeli a Conte per impedire che crollasse il suo secondo governo; Todde, viceministra allo Sviluppo, è in quota governo; Ricciardi è espressione dell’ala ortodossa che fa capo al presidente della Camera Fico; Turco, già sottosegretario, sarebbe stato scelto in quanto «pioniere» del contismo; mentre Gubitosa, vicino a Luigi Di Maio, è un ramoscello d’ulivo per il ministro degli Esteri. Tutti nomi che confermano una «trazione sudista», con i rappresentanti del Nord fuori. Restano fuori, poi, l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, l’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e l’ultimo capo politico reggente, Vito Crimi. L’esclusione più rumorosa è quella di Appendino, la cui nomina avrebbe rappresentato (visto quanto recita il codice etico M5S) un’arma a doppio taglio con la sua condanna a un anno e sei mesi per i fatti di piazza San Carlo.

Conte, dopo aver sottolineato che «il M5S non sarà mai alleato con Renzi e Calenda», avverte: «I social network sono una illusione comunicativa, dobbiamo tornare sui territori». Mentre l’ex ministro Spadafora attacca: «Alle amministrative l’effetto della tua leadership non si è visto». Idem il senatore Di Nicola: «Non abbiamo tradotto in voti le cose ottime che abbiamo fatto governando il Paese». Mentre la deputata riminese Sarti: «In Emilia-Romagna abbiamo dimezzato i voti per essere corsi dietro al Pd».

21 ottobre 2021 (modifica il 21 ottobre 2021 | 23:44)



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Claudio Bozza , 2021-10-21 21:44:54
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