Questa rubrica si basa esclusivamente su ipotesi, ragionamenti, voci e chiacchiere di corridoio. Come il Fantacalcio, serve solo per giocare.
Profetizza un ex ministro: «E se finisse così? I partiti non trovano un accordo prima delle tre votazioni iniziali. Sono stanchi del “commissariamento della politica”, pensano di riprendersi lo scettro, altro che semi presidenzialismo. Tentano la prova di forza. Ma il centrodestra (più un pezzo di Italia viva) scopre di avere al suo interno un centinaio di franchi tiratori; e il centrosinistra (più un pezzo di Forza Italia), beh, anche peggio. Niente di fatto fino alla decima. Il paese rumoreggia. I leader, spaventati, vanno in processione da Draghi, pregandolo ora di accettare: fa’ tu il presidente e indica pure tu un nuovo premier. Draghi viene eletto e incarica Marta Cartabia (in subordine Daniele Franco), inaugurando proprio quel semipresidenzialismo di fatto che i partiti volevano evitare.
Il governo nasce ma la Lega si sfila: torna all’opposizione, la sua migliore chance in vista delle elezioni, per controllare la Meloni e non perdere la guida della destra. Il Pd, volente o nolente, torna al governo; rivive l’incubo dell’era Monti, ma non ha altra chance. Addolcisce la pillola vantandosi dell’estromissione di Salvini e varando una maggioranza simil-Ursula, con dentro i centristi, compreso un pezzo di Forza Italia. In più, Salvini fa cadere il veto sulla riforma del sistema elettorale. Torna il proporzionale. Il governo dura poco ma scavalla settembre, quattro anni sei mesi e un giorno di legislatura. Si torna alle urne e non vince nessuno. Draghi dà l’incarico a una personalità di sua fiducia, che forma un governo tecnico».
20 dicembre 2021 (modifica il 20 dicembre 2021 | 23:05)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Antonio Polito , 2021-12-20 21:31:37
www.corriere.it