Cosa farà Twitter con gli account dei talebani?

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Da quando i talebani hanno preso il controllo dell’Afghanistan, Twitter è uno dei mezzi principali con cui cercano di dare legittimità al nuovo regime. Contrariamente ad altri social network, Twitter non sta prendendo alcun provvedimento per limitare la diffusione dei contenuti dei talebani, e può farlo perché i talebani non sono riconosciuti come organizzazione terroristica dal dipartimento di Stato degli Stati Uniti. In molti si stanno chiedendo se Twitter continuerà a offrire ai talebani un utile strumento di comunicazione pubblica e propaganda, e se questo contribuirà a riconoscerli come governanti legittimi dell’Afghanistan.

Secondo alcuni esperti, è una domanda che riguarda prima di tutto la comunità internazionale e gli altri governi, da cui dipenderà il comportamento di Twitter e di altre piattaforme.

Una delle novità che caratterizzano il regime talebano rispetto all’ultima volta in cui governò l’Afghanistan, tra il 1996 e il 2001, riguarda l’uso di internet. In quegli anni, internet era molto meno diffuso di adesso, e i talebani ne vietarono comunque l’utilizzo. Oggi, internet è uno dei mezzi principali con cui i talebani agiscono e si raccontano al mondo, presentandosi come una forza politica moderata e interessata alla pace. Le loro conferenze stampa sono presentate in diretta streaming, e i loro portavoce pubblicano decine di tweet, comunicati e video tutti i giorni, in varie lingue.

I talebani stanno usando in particolare Twitter, anche perché Facebook e YouTube hanno vietato loro di diffondere contenuti, dicendo che continueranno a impedirglielo perché li considerano un’organizzazione terroristica.

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La divergenza con cui queste piattaforme stanno agendo dipende anche dal fatto che i talebani non sono riconosciuti come organizzazione terroristica da tutte le istituzioni americane. Nel difendere la sua posizione, Facebook ha citato il dipartimento del Tesoro americano, cioè l’ente deputato a emettere le sanzioni economiche, che dal 2002 riconosce i talebani come un’organizzazione terroristica. Twitter, però, lascia usare la propria piattaforma ai talebani perché il dipartimento di Stato americano, l’equivalente del ministero degli Esteri italiano, non riconosce i talebani come organizzazione terroristica (ed è per questo che ha potuto negoziare con loro, firmando gli accordi di pace di Doha).

Comunque sia, i talebani sono ora la classe dirigente dell’Afghanistan, e in molti si stanno chiedendo come vada gestita la loro presenza sui social media.

Tenendo conto dei vari account che hanno su Twitter, i talebani hanno oggi un seguito di oltre 800mila follower. Non sono pochi, se pensiamo che Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ne ha circa 600mila.

Tutto questo pone una serie di questioni e domande. Per cominciare, ci si chiede che cosa farà Twitter degli account dei membri del precedente governo afghano. L’account ufficiale del presidente dell’Afghanistan, per esempio, ha quasi un milione di follower, mentre quello del ministero degli Esteri ne ha circa 100mila, e non è ancora chiaro se la gestione di questi account sarà ora trasferita ai talebani, come succede negli altri paesi dopo la nomina di un nuovo presidente o capo di governo.

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Un’altra questione – ed è una delle più discusse – riguarda il rilascio del badge blu di Twitter agli account dei talebani. Il badge blu, il simbolino blu con la spunta che appare di fianco agli account dei personaggi pubblici, è lo strumento con cui Twitter comunica di aver verificato un account, facendo in modo che chi li segue sappia che sta seguendo un personaggio pubblico (più o meno conosciuto) e non un impostore.

Il sistema di verifica degli account di Twitter è stato spesso percepito come un segnale di approvazione, se non addirittura come un premio o un riconoscimento. Secondo Mona Elswah, che si occupa di paesi arabi all’Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford, è molto probabile che gli account dei talebani ricevano il badge blu, e che questo appaia come una legittimazione del potere dei talebani, che potrebbero essere considerati a tutti gli effetti degli interlocutori politici a livello globale.

In risposta alle pressioni di chi chiedeva di bloccare i profili dei talebani, un portavoce di Twitter ha detto al sito Mediaite che i talebani potranno esprimersi sulla piattaforma a patto di non violarne il regolamento, che vieta l’incitamento alla violenza e la diffusione di contenuti che promuovano terrorismo o estremismo violento, e che Twitter sarebbe comunque «rimasto vigile». Twitter ha anche detto che rivedrà i contenuti che potrebbero violare il regolamento, ma non ha parlato di nessun provvedimento specifico rispetto ai profili dei talebani.

La posizione di Twitter ha ricevuto molte critiche, anche perché la continua e frequentissima condivisione di contenuti da parte degli account talebani durante la riconquista dell’Afghanistan corrisponde abbastanza chiaramente alla diffusione dei materiali vietati da Twitter.

Le critiche sono arrivate soprattutto da parte dei Repubblicani statunitensi, che hanno accusato Twitter di riservare ai talebani un trattamento migliore di quello riservato all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il cui account Twitter fu sospeso a gennaio di quest’anno, qualche giorno dopo l’attacco al Congresso da parte dei suoi sostenitori. In quell’occasione, Twitter aveva accusato Trump di aver incitato i suoi follower alla violenza, violando le regole della piattaforma.

Secondo Mona Elswah, comunque, la decisione di Twitter di consentire o meno la diffusione dei propri contenuti dipenderà più che altro dal livello di legittimità che la comunità internazionale riconoscerà al regime talebano.

Come ha scritto il giornalista esperto di tecnologia Casey Newton, il dibattito intorno a come Twitter e altre piattaforme debbano gestire i talebani riguarda la questione politica più ampia del riconoscimento dei talebani come attuale governatori dell’Afghanistan. Secondo Newton, è molto probabile che i talebani guadagnino abbastanza riconoscimento da parte dei governi esterni da spingere anche altre piattaforme a comportarsi come Twitter, permettendo ai talebani di avere dei profili pubblici e ufficiali in cui esprimere le proprie posizioni.

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www.ilpost.it
2021-09-11 10:41:25 ,

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