Silvio Berlusconi è deceduto il 12 giugno 2023. La salma è stata portata nel mausoleo di famiglia ad Arcore. Ad attenderla per il riposo eterno nel parco di Villa san Martino, dove nacque Forza Italia e visse il mafioso Vittorio Mangano, un sarcofago in marmo rosa custodito dal monumento in travertino da 100 tonnellate chiamato “La volta celeste”, realizzato per Berlusconi dallo scultore Pietro Cascella.
Non una tomba, ma una faraonica dimora sotterranea senza croci, falci o teschi, a ricordare lo sfarzo e la ricchezza della vita di Berlusconi, non la sua morte. Con imponente scalinata d’accesso, un grande portone di ferro e la tomba centrale di marmo rosa in mezzo per le esequie del padrone di dimora, il mausoleo ospita altri 39 loculi per i familiari e gli amici che volessero condividere la sepoltura con i Berlusconi.
La storia del monumento
All’interno, come racconta Enrico Deaglio nel suo libro Indagine sul Ventennio, bassorilievi con frutta, rose a cinque petali, cibo e un telefono portatile, fregi di ganci a simboleggiare l’amicizia e poi sfere, piramidi, figure astratte e anche una squadra massonica, chissà se come simbolo di appartenenza o ultima burla al pubblico che perderà tempo a interpretarne il significato.
L’opera richiese 3 anni di lavoro del Cascella, esperto marmista abruzzese, e più di 100 tonnellate di puro travertino. Completata nel 1990, fu mostrata orgogliosamente da Berlusconi anche all’ultimo presidente dell’Unione sovietica, Michail Gorbacev, in visita all’imprenditore nel 1993, un anno prima di entrare in politica.
I loculi prenotati
Oltre agli spazi per i familiari più prossimi, la cripta sembra avere delle “quote” già assegnate ad alcuni dei più importanti collaboratori di Berlusconi. Tra questi pare si rovi Cesare Previti, tra i primi esponenti di Forza Italia e ministro della Difesa durante il primo governo Berlusconi,, ex avvocato radiato dall’albo, condannato in via definitiva per i processi relativi al Lodo Mondadori con interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Ci sarebbe poi spazio per Marcello Dell’Utri, altro storico compagno di università di Berlusconi e tra i fondatori di Forza Italia, simpatizzante della dittatura fascista, condannato in Cassazione a 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa come mediatore tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi e per altri numerosi reati come frode fiscale, istigazione alla calunnia e abusivismo.
E ancora Gianni Letta, giornalista e politico alleato di Berlusconi dal 1994, nonché zio dell’ex segretario del Partito democratico Enrico Letta, Fedele Confalonieri, dirigente d’azienda e attuale presidente Mediaset, e anche Adriano Galliani, dirigente televisivo e sportivo sotto Berlusconi, ex amministratore delegato del Milan e attuale amministratore del Monza.
Mentre chi è stato allontanato dal cerchio magico è il giornalista Emilio Fede. Ex direttore di Studio aperto e del Tg4, ha visto i suoi rapporti con Berlusconi incrinarsi a causa del cosiddetto Caso Ruby, per favoreggiamento alla prostituzione e alla prostituzione minorile, per cui Fede è stato condannato e Berlusconi assolto. Nel 2014 è stato licenziato da Mediaset e allontanato dalla cerchia dei fedelissimi.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-06-12 13:22:44 ,