di Viola Rita
La ricerca sulle terapie contro Covid-19 non si ferma. Ora gli scienziati tornano sulla trasfusione di plasma dai convalescenti, ricco di anticorpi anti Sars-Cov-2, un argomento ampiamente discusso durante tutta la pandemia. A fronte di risultati sull’efficacia del plasma spesso non molto favorevoli o comunque non sufficienti per dimostrare eventuali benefici, ora una ricerca condotta dall’università Johns Hopkins negli Stati Uniti porta al contrario prove più sostanziose a supporto. Lo studio, ancora non sottoposto al peer reviewing, ma disponibile in pre-print su medRxiv, indica che l’impiego del plasma da guariti potrebbe dimezzare i ricoveri.
Il plasma da guariti finora sullo sfondo
Anche se ad oggi non abbiamo una cura, la caccia a farmaci anti Covid-19 efficaci è essenziale e sta procedendo, come ricordato ieri dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) nel briefing conclusivo del 2021. In primo piano ci sono gli anticorpi monoclonali, di cui 3 già approvati nell’Unione europea, insieme ad antivirali e farmaci antinfiammatori già utilizzati in altre patologie.
Finora l’uso del plasma, oggetto di un vasto dibattito sin dall’inizio della pandemia, è rimasto in secondo piano. Attualmente è impiegato solo in casi specifici e recentemente l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l’ha sconsigliato nei pazienti con forme Covid-19 non gravi. L’Oms ha inoltre indicato che il plasma dovrebbe essere utilizzato solo nei trial e in chi ha Covid-19 in forma severa. Ora, come racconta un articolo su Science, i nuovi dati potrebbero riaccendere l’attenzione su questo trattamento.
Un trattamento precoce
Nel lavoro i ricercatori hanno coinvolto quasi 1.200 persone, per lo più non vaccinate, nel periodo compreso fra giugno 2020 e ottobre 2021. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi quasi uguali, di cui uno ha ricevuto il plasma ad alto titolo, contenente un concentrato di anticorpi specifici anti Sars-Cov-2, e l’altro un placebo. Tutti i volontari erano risultati positivi al coronavirus ed erano stati sottoposti alle cure entro 8 giorni dalla comparsa dei sintomi.
I risultati indicano che la percentuale di ricoveri dei contagiati entro un mese è del 2,9% (17 su 592) nel gruppo trattato col plasma e del 6,9% (37 su 589) in quello di controllo. Queste percentuali corrispondono a una riduzione del 54% del rischio di essere ricoverati con l’utilizzo del plasma da convalescenti.
Dai bassi costi all’aggiornamento rapido
Un trattamento precoce, dunque, potrebbe dimezzare le ospedalizzazioni. “Questo unito al vantaggio – sottolinea la ricercatrice Kelly Gebo, che ha guidato lo studio insieme a David Sullivan – di avere un basso costo, un’ampia disponibilità e una rapida adattabilità [del trattamento ndr] ai cambiamenti del virus”, ovvero alle nuove varianti. Elementi importanti anche e soprattutto per i paesi a basso e medio reddito, chiarisce l’autrice, nei quali gli anticorpi monoclonali e altri farmaci sono inaccessibili o non efficaci.
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www.wired.it
2021-12-22 16:27:55