critica solo la Lega. Lavori o si dimetta- Corriere.it

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di Marco Cremonesi

Il leader della Lega: «Sono due mesi che aspetto un confronto»

«Tra rave, sbarchi senza sosta e clandestini violenti, è spaventoso che l’unica preoccupazione del ministro siano le critiche della Lega. Se non può, non sa o non vuole fare il suo lavoro, lo lasci fare a qualcun altro». Matteo Salvini, nel pieno del suo tour elettorale, non dimentica però colei che ha eletto a suo avversario privilegiato dentro al governo: la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Che ieri, in un’intervista al Corriere, aveva detto che «quando gli attacchi partono da chi sostiene il governo, diventando martellanti e personali, finiscono per danneggiare l’immagine dell’amministrazione e dell’intero esecutivo, in un momento molto delicato per il Paese nel quale occorrerebbe più coesione».

Salvini risponde partendo dalla terribile aggressione di Rimini da parte di un somalo: «Ha accoltellato almeno cinque persone e aveva fatto domanda di asilo in Italia — dice il segretario leghista —. Con i decreti Sicurezza, quel delinquente rischierebbe l’espulsione in tempi rapidi». E dunque, secondo Salvini, sono «episodi come questi che danneggiano la vita delle persone e l’immagine del governo e dell’Italia, non il dibattito politico come lamenta la Lamorgese».

Sullo stesso tenore anche i commenti dei due capigruppo della Lega, Riccardo Molinari (Camera) e Massimiliano Romeo (Senato). Ma l’attacco alla ministra arriva anche da dentro al Viminale con il sottosegretario Nicola Molteni: «L’arresto conferma l’efficienza e l’immediatezza di intervento delle nostre forze di polizia sempre encomiabili nel contrastare gli atti di criminalità. L’episodio, al contrario, mette in luce che una immigrazione senza controllo genera criminalità e delinquenza». Secondo Molteni, «nascondere l’emergenza flussi con oltre 41 mila sbarchi nel 2021 significa negare la realtà. Aver cancellato i decreti Salvini si conferma come un clamoroso errore del governo Conte 2».

Il segretario leghista, intanto, attende il confronto con Luciana Lamorgese: «Sono due mesi che vado chiedendolo. Io sono disponibile anche domani, però vorrei ci fosse anche Draghi che è il garante del governo e dell’Italia». Ma secondo i salviniani doc, ciò che irrita di più il loro leader non sono state soltanto le parole del ministro, ma «la difesa e copertura che le garantisce il Pd». «Apri i giornali — dice Salvini — e un giorno mi attacca Letta, un giorno un altro del centrosinistra. Ogni tanto mi attaccano anche alcuni del centrodestra, ma non fa niente, mi faccio la bocca buona…». Peraltro lui stesso ieri è tornato all’attacco del reddito di cittadinanza caro al M5S e su Quota 100, su cui la Lega «farà le barricate». Il provvedimento scade alla fine dell’anno, ma non è detto che da subito ci sarà un brusco «scalone» grazie a un «fondo nazionale per il prepensionamento» che potrebbe (forse) mantenere fino al 2024 l’attuale regime.

Molto più vicino il round sul green pass, che domani approderà in Senato: causa assenze, alla Camera sono stati solo 45 (su 132) i deputati che hanno votato a favore del certificato verde. Anche se ieri il governatore lombardo Attilio Fontana lo ha difeso: «Con il green pass si possono fare tante cose e impedire alle persone di correre rischi. È un mezzo per realizzare una maggiore libertà».

12 settembre 2021 (modifica il 12 settembre 2021 | 21:45)



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Marco Cremonesi , 2021-09-13 06:48:24
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