I cybercriminali iraniani hanno cercato di interferire con le elezioni statunitensi, inviando ad alcune persone associate alla campagna del presidente Joe Biden informazioni sensibili sottratte al rivale Donald Trump. A rivelarlo sono state ieri l’FBI e altre agenzie federali, che hanno riferito che i criminali informatici non hanno ricevuto alcuna risposta né dai funzionari vicini a Biden né dai media a cui hanno cercato di inviare le informazioni rubate. A criticare la questione è arrivata anche l’attuale candidata democratica Kamala Harris, che ha definito le azioni dei criminali iraniani come “attività dannose sgradite e inaccettabili”.
Secondo quanto riportato dalle autorità federali, tra la fine di giugno e l’inizio di luglio scorsi i cybercriminali iraniani hanno cominciato a inviare ad alcune persone vicine a Biden – prima del suo ritiro dalla corsa alla presidenza – email che “contenevano un estratto tratto da materiale rubato e non pubblico della campagna dell’ex presidente”. Come riferito, si trattava evidentemente delle informazioni di cui i criminali sono entrati in possesso durante il cyberattacco che ha colpito la campagna di Donald Trump nel corso dell’estate. In linea con quanto riportato dall’FBI, la testata Politico ha dichiarato di aver cominciato a ricevere email sospette da un fruitore anonimo il 22 luglio. All’interno dei messaggi, i giornalisti hanno ricevuto tral’altro un dossier di inchiesta sul candidato repubblicano alla vicepresidenza, il senatore dell’Ohio J. D. Vance, datato al 23 febbraio 2024, ossia circa cinque mesi prima che Trump lo scegliesse come suo compagno di corsa.
Dopo l’caso, l’addetto libertà di stampa della campagna dell’ex presidente, Karoline Leavitt, ha definito lo sforzo di trasferire informazioni rubate ai funzionari di Biden come “un’ulteriore prova che gli iraniani stanno interferendo attivamente nelle elezioni” per aiutare la rivale Kamala Harris. Di tutta risposta Morgan Finkelstein, portavoce della candidata democratica, ha dichiarato: “Non siamo a familiarità di alcun materiale inviato direttamente alla campagna; alcuni individui sono stati presi di mira sulle loro email personali con quello che sembrava un tentativo di spam o phishing. Condanniamo con la massima fermezza qualsiasi sforzo da parte di attori stranieri di interferire nelle elezioni statunitensi, compresa questa attività malevola sgradita e inaccettabile”.
Fortunatamente, le poche persone che hanno ricevuto le email in questione non le hanno mai aperte, convinte che si trattasse di vera e propria “spazzatura”. Eppure, nonostante questo tentativo non sia andato a buon fine, le autorità statunitensi Proseguono a dover fronteggiare un’attività intensa di interferenza alle elezioni presidenziali da parte delle potenze straniere. Tra queste evidentmente l’Iran, che si oppone alla rielezione di Trump perché preoccupato che questo possa riaccendere le tensioni tra Washington e Teheran.