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di Marco Cremonesi

La leader di Fratelli d’Italia spinge per il blocco navale e parla di conti pubblici: «Preoccupa il giudizio sul debito italiano da parte di Moody’s»

Giorgia Meloni fa sul serio. Attenta al profilo governativo che sta costruendosi da tempo, dopo l’intervista a Fox News
e dopo non essere andata alla convention Cpac
dei Trump e degli Orbán, ieri ha commentato il declassamento italiano: «Preoccupa il taglio dell’outlook sul debito italiano da parte di Moody’s, che si aggiunge alla drastica revisione delle stime di crescita del Pil italiano per il 2023 prevista dalla Commissione Ue».

Secondo la leader di FdI «siamo in clamoroso ritardo sull’esecuzione dei progetti del Pnrr, e l’Italia viene vista come una Nazione sostanzialmente ferma». Occorre dunque «un cambio radicale rispetto alle disastrose politiche portate avanti in quest’ultimo decennio, dove il Pd è sempre stato al governo pur avendo perso sistematicamente tutte le elezioni». Finale in alto profilo: «L’Italia ha bisogno di tornare a correre, il nostro obiettivo primario sarà quello di tornare a liberare il genio creativo italiano, nostra vera inesauribile risorsa. Siamo pronti». Giuseppe Conte boccia: «Meloni ha votato contro i 209 miliardi del Recovery. E Crosetto ora dichiara che era solo un eccesso di pignoleria. Una vergogna, si assumano le loro responsabilità».

Intanto, Silvio Berlusconi annuncia con un video
«una flat tax al 23% per tutti, famiglie e imprese». Ma è tutto il centrodestra ad essere proteso sui temi economici. Anche Matteo Salvini
fa una proposta «immediata, facilmente realizzabile, sostenibile: detassare straordinari, premi e aumenti di stipendio ai dipendenti».

Certo, l’immigrazione resta tema caldo. E se Salvini non vede l’ora «di vedere un ministro della Lega a difendere i confini e l’orgoglio di questo Paese», e chissà di chi parla, la stessa Meloni rilancia il blocco navale. Tra coloro che le rispondono, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini: «Meloni sa che per il diritto internazionale il blocco navale è considerato un atto di guerra? Sa che i decessi supererebbero i respinti? Nessuna idea seria?». Lei ribatte citando l’Unità e l’Europa: il blocco «altro non è che l’attuazione di quanto proposto dall’Ue già nel 2017. Chi oggi blatera di “atto di guerra” dimostra la sua totale ignoranza sul tema immigrazione». Ma anche nella Lega c’è qualche fastidio, quasi fosse un’invasione di campo: «Noi — filtra — abbiamo già azzerato gli sbarchi e dimezzato i decessi coi decreti Sicurezza, che fra due mesi riproporremo identici. Possiamo quindi vantare risultati concreti, riconosciuti in tutta Europa, e ogni suggerimento degli alleati sarà per noi pregiato».

Il centrodestra è intanto alle prese con l’assegnazione dei collegi tra i partiti. Il match sembra in alto mare, anche se ieri avrebbe dovuto essere la deadline dei tavoli romani prima di passare la palla alle segreterie regionali. Ci sono le proteste dei centristi per lo spazio a loro dedicato e malcontenti un po’ in tutti i partiti per la distribuzione dei seggi in modo difforme dai loro interessi: «Ne abbiamo magari troppi da qualche parte e pochi dove sarebbero utili» dice un leghista lombardo. Mentre a Forza Italia nel Lazio sarebbe stato riservato un solo collegio uninominale.

6 agosto 2022 (modifica il 6 agosto 2022 | 23:16)



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Marco Cremonesi , 2022-08-06 21:16:35 ,

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