Decreto Semplificazioni: sì del Senato alla fiducia, via libera definitivo

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Disco verde dell’Aula del Senato alla fiducia chiesta dal Governo sul decreto semplificazioni-governance Pnrr (il cosiddetto Recovery plan), nel testo già approvato dalla Camera. I voti a favore sono stati 213, i contrari 33, nessun astenuto. Arriva così il via libera definitivo al provvedimento, giunto blindato dalla Camera che venerdì 23 luglio aveva approvato fiducia e testo. Il decreto doveva essere convertito in legge entro venerdì 30 luglio.

La governance del Pnrr

I temi del decreto sono la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e le misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di snellimento delle procedure. Palazzo Madama ha ricevuto un testo blindato da Montecitorio che invece, a livello di commissioni Affari Costituzionali e Ambiente, ha introdotto diverse modifiche al decreto legge. Come ha ricordato il presidente della commissione Affari costituzionali, Dario Parrini (Pd), illustrando all’Assemblea il provvedimento, il testo si compone di 121 articoli: 54 in più rispetto ai 67 della versione originaria del decreto legge; nel complesso i commi aggiuntivi ammontano a 177.

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Le misure

Il provvedimento disciplina la governance del Piano di ripresa e resilienza a partire dalla cabina di regia a Palazzo Chigi. Inoltre, con la finalità di assicurare l’attuazione del Piano, il Dl introduce disposizioni per la accelerazione e lo snellimento delle procedure e il rafforzamento della capacità amministrativa in una serie di ambiti: dalla procedura Via alle fonti rinnovabili, dalle opere di impatto rilevante, ai contratti pubblici, alle infrastrutture dei trasporti e digitali.

Le novità introdotte dal Parlamento

Fra le modifiche introdotte in Parlamento, il pacchetto di misure che snelliscono l’utilizzo del superbonus al 110%. Viene inoltre rafforzato il coinvolgimento del Parlamento nell’attuazione del Pnrr prevedendo un suo ruolo di monitoraggio. Per il Mezzogiorno, è stato esplicitato il vincolo del 40% delle risorse ed è stato mantenuto l’attuale iter in materia di perequazione infrastrutturale con la proroga a fine anno del termine previsto per la ricognizione delle opere finanziate dal fondo da 4,6 miliardi dal 2022 al 2033.



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