divergenza sul rapporto con M5S- Corriere.it

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Alla fine, l’incontro c’ stato. Tre settimane dopo la sua elezione, Enrico Letta, segretario del Pd, ha avuto il primo faccia a faccia con il suo ex nemico, l’uomo che lo costrinse alle dimissioni nel 2014, l’attuale leader di Italia Viva allora capo del suo partito che lo sostitu a Palazzo Chigi dopo averlo per giorni rassicurato con l‘ormai celeberrimo Enrico stai sereno. Il colloquio tra i due durato 40 minuti e si tenuto nella prima mattinata nella sede dell’Arel.

Il colloquio tra i due leader

I due, spiegano fonti del Nazareno

, hanno fatto un’analisi a tutto campo e convenuto sul fatto che in questo momento lo sforzo prioritario debba essere sul sostegno alla campagna vaccinale del governo e alle azioni di sostegno economiche. Si poi ragionato, prosegue la ricostruzione del Pd, sulle prospettive future trovando alcuni punti di accordo e altri disaccordo. In particolare , e la notizia in fondo qui, c’ una divergenza profonda sul rapporto con Conte e M5s, rapporto che Letta considera essenziale per costruire in prospettiva un’alternativa vincente a Fdi e Lega.

Gli incontri tra Letta e gli altri capi dei partiti

Letta ha incontrato Renzi per ultimo

, visto che il leader del Pd aveva gi visto nelle settimane scorse non solo le cariche istituzionali ma tutti i capi dei partiti alleati, ultimo Giuseppe Conte. Ma aveva incontrato anche i segretari dei partiti avversari ma alleati di maggioranza e opposizione (Tajani e Meloni, manca all’appello il solo Salvini). Non un caso: Matteo Renzi ha stretto la mano a Letta in un quadro di rapporti di forza ormai rovesciati da quando, sette anni fa, la rottura drammatica port anche il premier dimissionario all’uscita dalla politica attiva, e alla scelta di dedicarsi dell’insegnamento universitario a Parigi.

Oggi , richiamato a gran voce dal suo partito in crisi dopo la nascita del governo Draghi e le dimissioni di Zingaretti, tutto diverso. Letta mira a ricostruire una coalizione di centrosinistra che veda al centro, in posizione di guida, un Pd rigenerato e gi profondamente modificato rispetto alla gestione Zingaretti: nuova segreteria, nuove anche le capigruppo, a segnare una discontinuit anche con gli equilibri ancora in parte filo-renziani nel partito, soprattutto nei gruppi parlamentari. E in questo quadro, gli incontri con Calenda, Fratoianni, Conte fanno capire come l’idea sia quella di arrivare gradualmente ad un centrosinistra ampio e inclusivo. Che preveda appunto un rapporto stretto, un’alleanza in prospettiva, con il M5S, a partire dall’appuntamento delle amministrative di ottobre. Ma con o senza Renzi? Il nodo appunto questo, e infatti non viene minimamente eluso nemmeno nella breve nota informale del Pd diramata a fine incontro: il rapporto con i cinquestelle resta un macigno fra Pd e la sua ex costola di Italia Viva.

Enrico Letta e Matteo Renzi: sette anni dopo

L’incontro, sempre secondo fonti del Nazareno, stato franco e cordiale e ha anche toccato il tema delle elezioni amministrative. Letta si limitato ad ascoltare alcune idee di Renzi su un tema, quello appunto del voto in citt come Roma, Milano, Torino, Napoli, sul quale aprile sar per il Pd un mese importante per impostare alcune soluzioni. Che, ad oggi, vedono Pd e Italia Viva molto, ma molto lontani.

6 aprile 2021 (modifica il 6 aprile 2021 | 12:48)

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