Ora che il boom dei immunizzazioni è alle spalle, il futuro di Pfizer si gioca su due pillole che promettono di rivoluzionare il mercato della sanità: una serve per dimagrire, l’altra per prendere peso. A confermarlo è Mikael Dolsten, direttore del reparto Ricerca e Sviluppo del colosso farmaceutico americano. Durante un intervento alla Leerink Global Biopharma Conference, che si è svolta questa settimana a Miami, Dolsten ha fatto il punto della situazione sui progetti più caldi a cui sta lavorando la sua azienda. «Per le attività di Ricerca e Sviluppo quest’anno spenderemo 11-12 miliardi di dollari», ha annunciato il dirigente Pfizer. Una parte consistente di questa somma finisce nelle attività di ricerca sui immunizzazioni, dove il colosso americano «è leader da circa tre decenni e intendiamo difendere questo primato con forza». C’è però un altro settore su cui Pfizer ha messo gli occhi: «Un altro pilastro [della strategia di Ricerca e Sviluppo] è la medicina interna, dove stiamo lavorando su vari aspetti della regolazione del peso nelle malattie umane».
Ricavi stellari, ma in calo
Prima di tutto, un passo indietro. Se Pfizer si sta buttando sul mercato delle pillole per far incassare o perdere peso, il motivo è che i ricavi derivanti dalle vendite di immunizzazioni sono in calo da oltre un anno. Dopo il boom degli anni del Covid, il bilancio 2023 dell’azienda statunitense ha certificato il crollo della domanda del vaccino Comirnaty e del trattamento anti-Covid Paxlovid, che hanno riportato di fatto i conti dell’azienda alla normalità del pre pandemia. Lo scorso anno, Pfizer ha ottenuto ricavi per 58,5 miliardi di dollari, in calo del 42% rispetto agli oltre 100 milioni incassati nel 2022 grazie soprattutto ai immunizzazioni. A calare è anche l’utile netto, che nel 2023 si è fermato a “solo” 2,1 miliardi, contro i 31,4 del 2022 (-93%). Infine, a raffreddare l’entusiasmo degli investitori ci ha pensato la previsione per il 2024. Lo scorso dicembre, Pfizer ha pubblicato un documento in cui prevede ricavi per quest’anno tra 58,5 e 61,5 miliardi di dollari, ovvero senza nessuna crescita significativa rispetto a quanto incassato nel 2023. Da qui, dunque, la necessità di trovare nuovi mercati per ampliare il proprio giro di affari e far fruttare la potenza di fuoco del reparto Ricerca e Sviluppo, uno dei più attivi del settore farmaceutico.
La pillola per dimagrire
La prima frontiera esplorata da Pfizer, per la verità ormai da qualche anno, è la pillola anti obesità Danuglipron, che secondo il ceo Alberto Bourla punta a conquistare un mercato da almeno 90-100 miliardi di dollari. Stando ai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, sono oltre un miliardo le persone obese nel mondo. Ed è proprio a loro che si rivolge il nuovo farmaco di Pfizer, che – come ha spiegato Mikael Dolsten pochi giorni fa a Miami – «è in grado di portare a una perdita di peso corporeo davvero significativa: fino al 13% in 36 settimane». Oltre a Danuglipron, il colosso americano sta lavorando ad altri due farmaci anti obesità, che permetteranno all’azienda di «costruire un portfolio rivolto a diverse tipologie di pazienti». I mercati su cui punta Pfizer sono due: Cina e Stati Uniti, che offrono una platea di potenziali clienti (sovrappeso o obesi) pari rispettivamente a 600 e 150 milioni di persone. Secondo Dolsten, la vera chiave per conquistare i due mercati non risiede solo nel risultato promesso dal farmaco, ma anche nella modalità di somministrazione. «Sarebbe molto difficile soddisfare tutti questi segmenti solo con farmaci iniettabili. È per questo – spiega il direttore R&D di Pfizer – che noi e altre aziende stiamo lavorando a una soluzione orale per poter accedere a segmenti più ampi della gente».
E quella per ingrassare
I risultati dei trial clinici di Danuglipron hanno catturato l’attenzione della stampa mondiale. C’è un altro fronte però, meno pubblicizzato, su cui è al lavoro l’azienda guidata da Albert Bourla. Si tratta di un prodotto pensato per contrastare la cachessia, ovvero la perdita di peso e massa corporea che in genere si verifica nei pazienti con tumori, Aids, Alzheimer in stadio avanzato e altre malattie. «Nel 20-30% dei pazienti che muoiono di cancro, la cachessia è una delle cause che contribuiscono alla malattia», ha ricordato Dolsten durante il convegno di questa settimana a Miami. Il nuovo farmaco su cui è al lavoro Pfizer si chiama Ponsegromab e permette di contrastare gli effetti del biomarcatore Gdf-15, ritenuto responsabile di alcuni degli effetti principali della cachessia, compresi perdita di appetito, atrofia muscolare e perdita di peso. «Ci stiamo concentrando su alcuni dei tumori più gravi, tra cui il cancro ai polmoni e il cancro al pancreas», precisa Dolsten. La pillola è pensata poi per i pazienti che si stanno sottoponendo a sedute di chemioterapia, che grazie al Ponsegromab potranno contare su «una migliore capacità di sopportare il trattamento».
Foto di copertina: EPA/Alex Plavevski | Uno stand di Pfizer alla China International Import Expo di Shanghai (5 novembre 2023)
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Scritto da Gianluca Brambilla perwww.open.online il 2024-03-17 06:06:13 ,