E’ arrivato il Binge drinking

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Binge drinking=abbuffata alcolica, si tratta di cinque, sei bicchieri di liquori pesantissimi bevuti in rapida successione, e siccome le cazzate tra i giovani sembrano viaggiare alla velocità della luce, questa pratica Britannica è arrivata acnhe a Napoli e provincia.
E’ l’ultima moda dei ragazzi napoletani. Ma c’è di più. La sequenza viene filmata caricata sui social : prima si beve, poi si pubblica.
Simbolo del gioco è Eames, un minorenne inglese che in pochi secondi ha buttato giù due bicchieri di gin, postando il video dal titolo “Ecco come si beve”. Lo ha fatto il 6 febbraio scorso. Il dieci è morto, dopo alcuni giorni di coma. Il rischio, però, non ferma nessuno.

Anche a Napoli, l’escalation di bevute e stordimento ha portato decine di minori al pronto soccorso. Su Facebook la pagina sulle Neknominate (nome importato dalla Gran Bretagna) conta 15mila fan. E’ lì che si costruiscono sfide e appuntamenti. Si beve e si nomina qualcuno. Una sfida a fare sempre di più. Non è un esercizio solitario. Le gare a sfinirsi di alcool si fanno nelle feste private. I social sono pieni di queste sfide. Viaggiano sotto traccia, soprattutto nelle zone di Chiaia e del Vomero. Niente bar. Locali fittati per feste auto organizzate. Fiumi di alcool comprati al centro commerciale. O un tipo nuovo di liquore, definito vodka artigianale, che i ragazzi chiamano amichevolmente “schiattacervello”, prodotta in modo avventuroso nell’area vesuviana da alcune distillerie improvvisate. In realtà è più che altro una grappa, ma potentissima. Alcool puro, da buttare giù in una gara a chi si perde più tardi.

E’ una vera e propria emergenza, quella alcolica tra i minori. L’età cruciale è quella tra i 15 e i 17 anni. L’abuso riguarda soprattutto i maschi. Secondo il rapporto sull’uso e l’abuso di alcool in Italia 2015 predisposto dall’ISTAT (dati 2014), il 63% della popolazione italiana con più di 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica all’anno. Il consumo abituale eccessivo e il Binge drinking hanno riguardato oltre 8 milioni di persone, di cui buona parte con età non superiore ai 24 anni. Il 14,5% dei giovani si comporta in questo modo per lo più durante momenti di socializzazione. Il 20% dei minori di età compresa tra 11 e 17 anni ha bevuto almeno un superalcolico all’anno.

“Sono, però, i maschi di 18-24 anni ad avere maggiori probabilità di bere e di ubriacarsi”, spiega Sabrina Molinaro, dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr. E’ a capo di un gruppo che ha realizzato lo studio ‘Consumi di bevande alcoliche nei giovani in Italia dal 2000 ad oggi’, promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool (Opga).

I numeri dell’osservatorio sono allarmanti ma contengono anche un segnale positivo. “I maggiori studi sull’alcol, condotti a livello nazionale negli ultimi decenni – dicono dall’Istituto – concordano sul fatto che tra i giovani italiani di 15-34 anni sta diminuendo il consumo di alcolici, specialmente tra i minorenni. Rimane il fatto che sono più i maschi a consumare alcolici, in particolare i 25-34enni, mentre tra le femmine sono le 18-24enni. Rispetto ai consumi eccessivi, è importante sottolineare che, per l’indagine condotta da Doxa-Opga, gli episodi di ebbrezza e di ubriachezza, pur interessando in particolar modo i ragazzi tra i 18 e 24 anni, mostrano un aumento tra i 25 e 34 anni, mentre risultano diminuiti i 15enni che si sono ubriacati 2 o più volte nella vita, così come rilevato dall’indagine Hbcs”.

“La tendenza dei dati italiani – dice in una nota il Professor Enrico Tempesta, Presidente dell’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool – mostra una riduzione dei consumi. Ma i consumi precoci sono assolutamente controindicati rispetto a una norma prudente di salute”.

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